Ue e Balcani occidentali: 30 miliardi di investimenti per collegare economie e infrastrutture

Il summit di Bruxelles segna un punto di svolta per i Ventisette e i sei paesi candidati della regione balcanica, sottolineando progressi e sfide sul cammino dell’allargamento dell’Unione Europea

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Giorgia Meloni, Viktor Orbán e Edi Rama (foto governo.it)

Oggi a Bruxelles si è svolto un summit cruciale per il futuro delle relazioni tra i 27 Stati membri dell’Unione Europea e i sei paesi candidati dei Balcani occidentali: Albania, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Serbia e Kosovo. L’incontro, definito un momento di svolta, ha evidenziato il forte impegno dell’UE verso l’allargamento e l’integrazione di questa regione strategica.

Un nuovo impulso politico

Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, al suo primo vertice in questa veste, ha sottolineato il senso di responsabilità collettiva emerso durante il summit. “Dovremmo sfruttare al meglio questo nuovo slancio e creare tutte le condizioni necessarie per l’allargamento, perché non c’è dubbio che il futuro dei Balcani occidentali è nella nostra Unione”, ha dichiarato Costa. Ha inoltre ricordato che l’UE è già il principale partner economico dei Balcani occidentali e continuerà a esserlo.

Costa ha riconosciuto le sfide ancora presenti, come le controversie bilaterali e i problemi di vicinato tra i paesi della regione. Tuttavia, ha espresso fiducia che queste difficoltà possano essere superate, evidenziando i significativi progressi fatti da Montenegro e Albania negli ultimi anni.

La prospettiva dell’allargamento

Anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ribadito l’importanza dell’allargamento, sottolineando come eventi recenti, come la pandemia di Covid-19 e la guerra in Ucraina, abbiano accelerato il processo di adesione. “Non basta lasciare la porta aperta ai nostri aspiranti membri; dobbiamo essere attivi e avvicinarli a noi”, ha dichiarato.

Von der Leyen ha ricordato i progressi concreti realizzati nel 2023, tra cui la chiusura di tre capitoli negoziali con il Montenegro e l’apertura di un nuovo cluster negoziale con Albania e Serbia. L’obiettivo, secondo la presidente, è di chiudere altri capitoli entro il 2025. “L’allargamento funziona, la storia lo dimostra”, ha aggiunto von der Leyen, citando i successi delle precedenti fasi di adesione dell’UE, come quelle del 1995 e del 2004, che hanno rafforzato l’Unione.

Una graduale integrazione economica

Parallelamente al processo di adesione, l’UE sta lavorando per una graduale integrazione economica dei Balcani occidentali. Nel 2020 è stato lanciato un piano economico e di investimenti da 30 miliardi di euro, che sta finanziando infrastrutture come strade, ferrovie, reti elettriche e banda larga. Il 60% dei fondi è già stato mobilitato, con nuovi progetti in corso. Inoltre, l’UE ha presentato un nuovo Piano di crescita da 6 miliardi di euro, volto a raddoppiare il valore economico dei paesi candidati entro il decennio, portandoli al 70% della media europea.

Questo piano include anche riforme ambiziose per i cinque partner già coinvolti, con un sesto (Kosovo) in arrivo. Tra i successi più recenti figurano le “corsie verdi” per accelerare il transito di persone e merci in punti chiave di attraversamento delle frontiere, con una riduzione dei tempi di attesa fino all’80%. Inoltre, è in corso l’integrazione dei Balcani occidentali nell’Area unica dei pagamenti in euro (SEPA), con Albania e Montenegro che aderiranno nel 2024, seguiti da Macedonia del Nord e Serbia.

Cooperazione regionale

Infine, la presidente von der Leyen ha evidenziato i progressi nella cooperazione regionale tra i paesi balcanici, soprattutto nel mercato comune regionale dei Balcani occidentali. Cinque accordi sulla mobilità sono già in fase di attuazione, contribuendo a ridurre le barriere per cittadini e imprese. Il summit di Bruxelles ha rappresentato un passo significativo verso l’integrazione dei Balcani occidentali nell’Unione Europea. Nonostante le sfide ancora presenti, il nuovo slancio politico, economico e istituzionale potrebbe accelerare il processo di adesione, avvicinando ulteriormente questa regione al cuore dell’Europa.