Ue, opposizioni in ordine sparso in Senato su comunicazioni Meloni
Cinque risoluzioni separate, distanze su politica internazionale restano
Cinque risoluzioni separate presentate dalle opposizioni parlamentari (Pd, M5S, AVS Azione e Italia viva) sulle comunicazioni della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo in programma a Bruxelles il 20 e 21 marzo prossimi, testimoniano a modo loro del momento di maggiore allentamento dei legami unitari nel cosiddetto “campo largo”. Un allentamento emerso anche nelle recenti vicende legate alle elezioni regionali attese in Basilicata e Piemonte. La politica internazionale, del resto, è uno dei terreni sui quali le distanze nell’ipotetica coalizione di centrosinistra sono tradizionalmente più marcate. A cominciare dalla guerra in Ucraina.
Il Pd, ad esempio, da un lato chiede al Governo di “sostenere un rinnovato e più incisivo impegno diplomatico e politico dell’Unione europea, in collaborazione con gli alleati Nato e in un quadro multilaterale” ma auspica anche che promuova “le azioni necessarie a utilizzare gli asset e i proventi dei beni russi congelati in Europa nel sostegno dell`Ucraina”, tema sul quale finora l’Unione europea non ha ancora raggiunto un’intesa. All’altro capo dello spettro politico del centrosinistra, il M5S nella sua risoluzione impegna l’esecutivo ad “adoperarsi al fine di escludere categoricamente eventuali invii di truppe di Paesi dell`Unione europea in territorio ucraino” e a “imprimere una concreta svolta per profondere il massimo ed efficace sforzo sul piano diplomatico” e infine “a non appoggiare la proposta avanzata dal Parlamento europeo circa il sostegno militare all`Ucraina con almeno lo 0,25 % del loro Pil annuo”.
Anche sul Medio Oriente non sono marginali le differenze rese evidenti nei testi. Italia viva chiede contestualmente di “rafforzare l`azione diplomatica e di sostegno approntata dall`Unione europea per garantire cure, sostegno e incolumità ai civili palestinesi” e di intensificare “la collaborazione con lo stato di Israele per garantire la liberazione degli ostaggi, l`azzeramento della capacità offensiva di Hamas e l`avvio di un percorso che possa realizzare la politica ‘due popoli, due stati'”. Mentre Alleanza Verdi Sinistra mette l’accento, accanto alla condanna delle violenze perpetrate da Hamas nell’attacco del 7 ottobre, sull’obiettivo di “sollecitare il Consiglio europeo affinché esiga il pieno rispetto del diritto internazionale da parte di Israele, supportando indagini oggettive della Corte Penale Internazionale sulle violazioni e sui crimini di guerra, definisca sanzioni commisurate a tali violazioni, interrompa qualsiasi fornitura di armamenti e tecnologia utilizzabile a fini bellici nel rispetto della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio, dell’8 dicembre 2008 e chieda la sospensione dell`accordo di associazione tra l`Unione Europea e lo Stato di Israele nel rispetto dell`articolo 2 e fino all’applicazione di un cessate il fuoco di lunga durata”.
Per Azione occorre “assicurare l’impegno dell’Italia per evitare una ulteriore escalation militare in Medio Oriente, riconoscendo ad Israele il diritto di esistere e difendersi nel rispetto del diritto internazionale umanitario e consentendo la fornitura di acqua, cibo, energia, medicine e servizi sanitari essenziali alla popolazione di Gaza” ma con l’orizzonte che rimane quello del ripristino delle “condizioni per riprendere il percorso politico verso una soluzione negoziale del conflitto israelo-palestinese, sulla base del principio dei ‘due popoli due stati’ e del reciproco riconoscimento delle parti al diritto alla libertà e sicurezza politica”.