Secondo Marianne Thyssen, Commissaria responsabile per Occupazione e affari sociali “la disabilità non dovrebbe costituire un ostacolo alla piena partecipazione alla società e l’assenza di norme comuni a livello di Ue non dovrebbe essere un freno al commercio transfrontaliero di prodotti e servizi accessibili. Con questo Atto intendiamo potenziare il mercato interno e valorizzarne le potenzialità a vantaggio sia delle imprese sia dei cittadini con disabilità. In effetti, ne trarremo tutti vantaggio”. Con l’Atto europeo sull’accessibilità, i produttori e i fornitori di servizi potranno più agevolmente esportare prodotti e servizi conformi ai requisiti Ue perché non dovranno adattarli a norme nazionali divergenti. Questo aiuterà in particolare le piccole imprese a cogliere appieno i benefici offerti dal mercato Ue. Di conseguenza, le persone con disabilità vedranno crescere l’offerta di prodotti e servizi accessibili a prezzi maggiormente competitivi. Questa maggiore offerta può essere utile anche per i cittadini più anziani, che hanno esigenze di accessibilità analoghe, e per quella più vasta platea di persone che devono affrontare le difficoltà legate a un infortunio, a una malattia temporanea odoperare in condizioni disagevoli, come un ambiente scarsamente illuminato o rumoroso. Questo nuovo strumento contribuirà ad accrescere la partecipazione attiva alla società, anche nei settori dell’istruzione e dell’occupazione, e offrirà inoltre maggiori opportunità di autonomia e di mobilità. Nell’Ue circa 80 milioni di persone presentano un certo grado di disabilità. A causa dell’invecchiamento della popolazione, il loro numero dovrebbe salire a 120 milioni entro il 2020. L’accessibilità, oltre a contribuire a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, è condizione indispensabile per assicurare a queste persone una partecipazione paritaria e un ruolo attivo nella società.
La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità elenca una serie di obblighi in materia di accessibilità. Prescrive che si prendano le misure necessarie, anche d’ordine legislativo, per assicurare l’accessibilità. Senza l’intervento dell’Ue ciascun paese per adempiere i propri obblighi, continuerebbe a sviluppare strumenti legislativi diversi, con il risultato di una sempre maggiore frammentazione del mercato dell’Ue. L’azione comunitaria può evitare tale frammentazione e creare maggiori opportunità di mercato per le imprese. Può far diminuire il costo dei prodotti e servizi accessibili e nel lungo periodo avere un impatto positivo sulle finanze pubbliche grazie a una riduzione del grado di dipendenza degli anziani e delle persone con disabilità. Nel 2011 l’Ue ha ratificato la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità che affronta la disabilità sul piano dei diritti umani e non in una prospettiva medica o caritatevole. Copre i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali e tutta una serie di politiche: dalla giustizia ai trasporti, dall’occupazione alla tecnologia dell’informazione, ecc. L’articolo 9 della convenzione, dedicato all’accessibilità, impone agli Stati Parti l’obbligo di garantire alle persone con disabilità l’accesso su base di uguaglianza con gli altri. Tutti gli Stati membri hanno sottoscritto la convenzione e 25 l’hanno ratificata. La Finlandia, l’Irlanda e i Paesi Bassi si apprestano a ratificarla. Ciò significa che l’Ue, come anche gli Stati membri che ne sono Parti, sono impegnati, nell’ambito delle rispettive competenze, a difendere e a tutelare i diritti delle persone con disabilità sanciti dalla convenzione delle Nazioni Unite.