Un anno di Raggi: Il no alle Olimpiadi, i rifiuti, i migranti
I casi Muraro e Marra, il piano per chiudere i campi rom
Era la sera del 20 giugno 2016, a urne chiuse, quando Virginia Raggi festeggiava la vittoria contro il candidato Pd Roberto Giacchetti al ballottaggio per l’elezione a sindaco di Roma.
“Il nostro compito è quello di riportare tutti i romani a lavorare per Roma”, disse quella sera ai suoi sostenitori.
La prima uscita col tricolore per la sindaca di Roma, la più giovane e la prima donna a ricoprire questa carica, avviene il 23 giugno. Il 22 giugno 2017 è passato un anno dall’insediamento ufficiale della prima sindaca pentastellata della Capitale.
Questi i fatti principali del suo primo anno di amministrazione M5s a Roma.
L’estate 2016 inizia con il caso dell’assessora all’Ambienta Paola Muraro. Raggi tace su avviso di garanzia, Muraro in seguito si dimette.
Ad agosto tiene banco l’emergenza rifiuti, contro la quale Raggi proprone un piano per il ciclo zero.
E’ del 12 settembre 2016 l’attacco ai giornalisti: “Mi fate un po’ pena”, disse Virginia uscendo dalla sua casa nel quartiere Ottavia.
Per contrastare l’emergenza trasporti pubblici nella Capitale a settembre Raggi nomina il nuovo ad alla guida di Atac, Manuel Fantasia.
Nello stesso mese Raggi pronuncia il suo “No alle Olimpiadi del mattone”, mettendo fine al sogno del presidente del Coni Giovanni Malagò. “E’ da irresponsabili dire di sì a questa candidatura”, afferma in conferenza stampa.
Nel Novembre 2016 invece si torna a parlare della Metro C, i cui lavori e i costi interminabili portano Raggi a fare questo annuncio a sorpresa: “Questa amministrazione intende proseguire i lavori fino ai Fori, magari anticipando la scadenza del 2021, e poi da lì si ragiona se e come proseguire”.
Risale al 16 dicembre 2016 invece il caso Marra: il braccio destro della sindaca, ex capo di gabinetto, poi capo del personale, finisce in carcere per corruzione.
Altra grana per la sindaca è il nuovo stadio della Roma. A febbraio Raggi decide di chiedere sostanziali modifiche al piano presentato nel 2014, con dimezzamento delle cubature.
E’ dell’8 febbraio 2017 invece l’annuncio di un piano per la sistemazione delle strade di Roma, devastate da buche e crateri.
Il 9 febbraio 2017 invece la giunta Cinque Stelle perde l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, che in una conversazione con un giornalista della Stampa aveva criticato la sindaca.
E ancora tra aprile e maggio 2017 si torna a parlare di rifiuti: in seguito a un doppio ponte festivo, quello del 25 aprile e del primo maggio, le strade si riempiono nuovamente di immondizia. Raggi minimizza: “Nessuna emergenza, stiamo lavorando”.
A maggio, la sindaca presenta il progetto della Funivia Casalotti-Battistini, che verrebbe a costare circa 90 milioni di euro.
E poi il piano per la chiusura dei campi Rom: il 31 maggio Raggi annuncia che nel giro di due anni ne chiuderanno almeno due presenti in città.
Porta la data del 13 giugno 2017 la lettera inviata prefetto di Roma per fermare l’arrivo di nuovi migranti in città. Secondo la stampa una svolta a destra all’indomani del flop M5S alle amministrative.