Un appello alla speranza e all’impegno: il decimo messaggio di fine anno di Sergio Mattarella

Sergio Mattarella

Sergio Mattarella

La preoccupazione per Cecilia Sala, la guerra in Ucraina e nella martoriata Gaza ma anche le sproporzionate spese per gli armamenti a livello globale, la violenza contro le donne (con il pensiero a Giulia Cecchettin), il bullismo e lo ‘sballo’ tra i giovanissimi, i salari bassi, la sicurezza sul lavoro (citando i cinque morti della tragedia di Calenzano) le liste d’attesa e i problemi della sanità pubblica. Tanti i temi toccati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo decimo messaggio di fine anno. Il Capo dello Stato ha rivolto anche un forte appello alla speranza e all’impegno degli italiani, in un contesto internazionale difficile e carico di tensioni. Parlando dalla Sala del Lucernario della Palazzina del Fuga, il Presidente ha tracciato un bilancio dell’anno trascorso, evidenziando le luci e le ombre che caratterizzano la nostra nazione.

Un bilancio tra luci e ombre

Mattarella ha aperto il suo discorso con una riflessione profonda sulle sfide che l’Italia e il mondo stanno affrontando. “Viviamo momenti difficili”, ha affermato, sottolineando come le guerre e i conflitti in corso intorno a noi turbino le coscienze. Ha menzionato la tragica morte di una bambina a Gaza, avvenuta durante la notte di Natale, come un evento che “non può lasciare indifferenti”. Inoltre, ha richiamato l’attenzione sui “feroci bombardamenti russi” che hanno colpito le centrali energetiche in Ucraina, costringendo la popolazione civile a vivere nel buio e nel gelo.

Questi eventi drammatici hanno reso ancora più urgente il richiamo alla pace. “Mai come adesso la pace grida la sua urgenza”, ha dichiarato Mattarella, evidenziando che la pace non deve essere vista come una sottomissione alla prepotenza, ma come un impegno per il rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni popolo. “L’Italia ha sempre perseguito la pace”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di una comunità globale unita.

La necessità di pace e giustizia

Il Presidente ha continuato a esprimere la sua preoccupazione per le ingiustizie che affliggono molte persone nel mondo. Ha dedicato un pensiero speciale a Cecilia Sala, una giornalista arrestata in Iran, affermando: “Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia”. Questo richiamo mette in luce l’importanza della libertà di informazione e del ruolo cruciale che i giornalisti svolgono nella società.

Mattarella ha anche ringraziato Papa Francesco per il suo messaggio di speranza e per il Giubileo appena iniziato. “Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro”, ha detto, ma ha aggiunto che spetta a noi trasformare questa speranza in realtà. Ha invitato gli italiani a ritrovare le ragioni dello stare insieme, superando le contrapposizioni e le solitudini.

Riconoscimento delle difficoltà sociali

Il discorso non è stato privo di riferimenti alle difficoltà sociali ed economiche che molti italiani vivono quotidianamente. Mattarella ha espresso preoccupazione per coloro che rinunciano a curarsi per mancanza di risorse e per i lavoratori in cassaintegrazione. Ha messo in evidenza anche la precarietà del lavoro e i salari bassi, affermando: “Non possiamo ignorare chi è costretto a cercare lavoro all’estero”.

Inoltre, ha sottolineato le disparità tra Nord e Sud del Paese e il cambiamento climatico, definendo “sconfortante” il fatto che nel 2023 la spesa per armamenti abbia superato di otto volte quella per combattere il cambiamento climatico. “Dobbiamo investire nel nostro futuro”, ha esortato.

Un appello alla responsabilità condivisa

Uno dei punti salienti del messaggio è stato l’invito a prestare attenzione al fenomeno della violenza giovanile. Mattarella ha descritto questa situazione come “ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi”. Ha parlato di bullismo, risse e uso di sostanze stupefacenti, comportamenti alimentati da modelli negativi proposti dal web. “I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese”, ha affermato con convinzione. “Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio”.

Il Presidente ha esortato tutti a rifuggire dall’egoismo e dalla rassegnazione. “Dobbiamo agire”, ha detto, invitando gli italiani a impegnarsi attivamente per costruire una società migliore. Ha citato esempi positivi di cittadini impegnati, dai militari alle forze dell’ordine, dai medici agli insegnanti: “Questi sono gli italiani che dimostrano quotidianamente il loro patriottismo”.

Messaggio di speranza e impegno

In chiusura del suo discorso, Mattarella ha ricordato che nel 2025 si celebrerà l’80° anniversario della Liberazione. Questo anniversario rappresenta un’importante occasione per riaffermare i valori fondamentali della libertà e della giustizia. “Dobbiamo consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale”, ha affermato.

“La speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa”, ha concluso il Presidente. “La speranza siamo noi, il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte”. Con queste parole ispiratrici, Mattarella invita ogni cittadino a diventare parte attiva nella costruzione di un futuro migliore per l’Italia e per il mondo intero.