Un audio ‘riapre’ sentenza Mediaset. Forza Italia chiede commissione d’inchiesta

Un audio ‘riapre’ sentenza Mediaset. Forza Italia chiede commissione d’inchiesta
L'ex premier, Silvio Berlusconi
30 giugno 2020

Ancora una volta, il problema è la giustizia. Ancora una volta, la scintilla che fa esplodere il caso è una intercettazione. Non bastasse il clima già infuocato per la vicenda Palamara, a scatenare la reazione furiosa in primis (ma non solo) di Forza Italia sono le frasi pronunciate dal giudice Franco Amedeo sulla sentenza Mediaset che sancì la condanna di Silvio Berlusconi e, successivamente la sua espulsione dal Senato: una sentenza “guidata dall’alto”, una “porcheria”, una “situazione vergognosa”.

Si tratta di intercettazioni, fatte ascoltare ieri dalla trasmissione ‘Quarta Repubblica’, contenute in un supplemento di ricorso alla Corte europea contro la sentenza della Cassazione, presentato giorni fa dagli avvocati di Berlusconi. Nella conversazione Amedeo Franco – scomparso lo scorso anno e relatore della sezione feriale di Cassazione che emise la sentenza di condanna – parla tra l’altro proprio con il leader di Fi. “Il presidente lo sa benissimo”, si sente dire dal giudice. “Cosa sa?”, chiede Berlusconi. “Sa benissimo che è stata una porcheria. Quando mi hanno coinvolto in questa faccenda dissi che se avessi saputo mi sarei dato malato, non avrei voluto essere coinvolto”. O ancora: “Fanno finta che non sia successo niente, Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone… Questa è la realtà. C’è stata una situazione vergognosa. A mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia. Abbiamo avuto il sospetto diverse persone, non solo io ma colleghi che sono politicamente suoi avversari e che però sono persone corrette, hanno avuto l’impressione che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto”.

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Forza Italia si è schierata in massa a difesa del proprio leader e ha chiesto l’istituzione di una commissione di inchiesta sull’uso politico della giustizia negli ultimi 25 anni, oltre che una riforma del sistema che preveda la separazione delle carriere. Il vicepresidente azzurro, Antonio Tajani, ha paragonato Berlusconi a Dreyfus. “Noi attraverso questa battaglia vogliamo scoprire la verità e lo facciamo per tutti i cittadini italiani”, ha detto in conferenza stampa. “Noi vogliamo avere gli occhi rivolti al futuro, la nostra preoccupazione è che quello che è accaduto negli ultimi 25 anni non si ripeta nei prossimi 25 anni”, ha sottolineato il capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini. Mentre la sua collega di palazzo Madama, Anna Maria Bernini, ha rilanciato un’idea che ha preso subito corpo tra le fila azzurre: Silvio Berlusconi venga nominato senatore a vita.

Una prerogativa che, come noto, spetta al presidente della Repubblica. “Abbiamo grande fiducia in Mattarella”, ha sottolineato ancora Tajani. A sostegno del leader di Forza Italia si sono schierati anche i colleghi di coalizione. “Solidarietà a Silvio Berlusconi per il processo farsa di cui è stato vittima”, ha affermato Matteo Salvini. “Fa rabbrividire l’idea che la legge non sia uguale per tutti”, ha sostenuto Giorgia Meloni. Ma la necessità di fare chiarezza non viene sottolineata soltanto a destra. “Non so dove sia la verità, ma so che un Paese serio su una vicenda del genere, legata a un ex presidente del Consiglio, non può far finta di nulla”, ha dichiarato Matteo Renzi.

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