I ricercatori di IIT, infatti, hanno recentemente evidenziato che le persone non vedenti hanno una limitata percezione del proprio corpo, e che ciò pregiudica ulteriormente la loro capacità di muoversi nello spazio con semplicità; grazie a questi studi hanno inoltre dimostrato che l’udito e la percezione del suono possono subentrare alla vista compromessa come strumento di orientamento nello spazio. Tali risultati hanno permesso la realizzazione di un braccialetto sonoro indossabile, dal disegno semplice e realizzato con una tecnologia affatto invasiva, e il cui utilizzo non richiederà alcuna particolare istruzione proprio perché la sua azione sfrutta un meccanismo naturale del cervello.
La realizzazione e la prova degli effetti del braccialetto sono il focus di un progetto europeo (ABBI, Audio Bracelet for Blind Interaction) coordinato da IIT, e a cui partecipano istituti dedicati allo studio e alla riabilitazione della cecità, quali l’Universität Hamburg e l’Istituto David Chiossone onlus a Genova. Il dispositivo – conclude l’IIT – sarà utilizzato da un gruppo di 150 bambini non vedenti provenienti dal territorio ligure, con il coinvolgimento delle loro famiglie nelle fasi di prova e analisi degli effetti.