Un doppio cd per i 60 anni di carriera di Gino Paoli

“Voglio morire malato perché ho intenzione di fare tutto” video

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Gino Paoli

Un’energia che fa dimenticare i suoi 84 anni di cui ben sessanta dedicati alla musica. Gino Paoli inossidabile anarchico della canzone italiana torna con “Appunti di un lungo viaggio”, il nuovo doppio disco del cantautore genovese d’adozione. “Per ogni canzone che scrivo c`è ne sono altre tre che butto via. Mio padre diceva se non hai nulla da dire stai zitto e io ho sempre seguito il suo consiglio. Ci sono stati periodi in cui mi sono fermato” dice Paoli che ha diviso questa sua fatica in due parti. Il primo CD, intitolato “Canzoni interrotte”, raccoglie nuovi brani inediti con gli arrangiamenti di Danilo Rea e il contributo della Roma Jazz String Orchestra diretta dal M° Marcello Sirignano, mentre nel secondo, “I Ricordi”, sono riuniti i suoi più celebri successi rivisitati insieme a tre grandi jazzisti come Rita Marcotulli (pianoforte), Alfredo Golino (batteria) e Ares Tavolazzi (contrabbasso), e accompagnati sempre dalla Roma Jazz String Orchestra.

“Si chiamano appunti, sono delle descrizioni di tanti rapporti, di tante situazioni, tanti momenti e ricordi di vita. C’è la serenità del volgersi delle stagioni, che si alternano e portano un costante rinnovamento. La saggezza dipende dal numero di domande che ti fai. Non esistono le risposte alle domande, le risposte sono altre domande che ti fai. E’ il senso della ribellione, la ribellione è la tua vocazione: o nasci ribelle o nasci pragmatico”, spiega. Nella scelta delle canzoni da inserire tra i suoi più celebri successi, ha collaborato tutta la famiglia. “Non è colpa mia e neanche merito mio; si è mossa la famiglia intera per scegliere i brani che dovevano essere citati. Naturalmente sono riarrangiati, sul progetto nuovo ho lavorato per tre anni ed è una nuova maniera di usare le note e le parole, non con la forma canzone, che dovete sentire per capire che cos’è” spiega Gino Paoli.[irp]

Un lavoro per “buttare via tutte le convenzioni” e “arrivare all’essenziale” della canzone, perché, come spiega Paoli, “quando si sente che è il momento, si deve andare avanti a cercare, e io non sono mai stanco di cercare”. E proprio per questo il cantautore dice: “Voglio morire malato perché ho intenzione di fare tutto, non mi voglio far mancare niente, non voglio arrivare alla fine tutto sano e perfetto e non aver fatto niente, preferisco aver fatto tutto e magari lasciarci la pelle malato”. Inoltre, per festeggiare questo importante momento, Paoli sarà impegnato in tre eventi speciali, a cominciare da “Una lunga storia” il 12 maggio all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Seguirà il 13 luglio una partecipazione straordinaria all’Umbria Jazz di Perugia. Infine, il 18 luglio Paoli si esibirà nella “sua” Genova per un concerto ai Parchi di Nervi. “Il palco è una malattia, è la cosa più esaltante che ci sia, difficile spiegare che cos’è il palco a uno che non ci va, è inspiegabile, ti fa sentire più vero di sempre e più in e dentro a una cosa come in nessun’altra situazione” conclude Paoli aggiungendo: “Ci sarà il momento del bilancio, ma non lo farò io. Io non credo nella morte, se guardi la natura capisci che ogni anno c’è una morte e una rinascita, l’alternanza delle stagioni mi dà serenità”.