Dopo i due Oscar vinti per il miglior film straniero con “Una separazione” e “Il cliente” Asghar Farhadi torna a raccontare la storia di un uomo iraniano vittima di burocrazia, sospetti e convenienze, e soprattutto di un’informazione deviata sia dalla tv che dai social media. “Un eroe” sarà nei cinema il 3 gennaio e il regista è venuto a Roma a presentarlo: il film ha già ottenuto il Gran Premio della Giuria al festival di Cannes e sarà di nuovo il candidato dell’Iran agli Academy Awards. E proprio Farhadi è stato al centro di una polemica alimentata da media e social network: c’è infatti chi nel suo Paese lo ha accusato di essere filogovernativo, perché rappresenterà l’Iran agli Oscar. Lui, che da sempre critica attraverso le sue opere le storture e le ingiustizie nel proprio Paese, ha affermato di essere disposto a ritirare la candidatura.
Per Farhadi, in effetti, parlano i suoi film. Questa volta il protagonista è un uomo (interpretato magnificamente da Amir Jadidi), che è in prigione a causa di un debito che non è riuscito a ripagare. Approfittando di un permesso di due giorni cerca di convincere il suo creditore a ritirare la denuncia versandogli una parte della somma dovuta. Ma i suoi tentativi e le sue migliori intenzioni vengono fraintese, mistificate, in un crescendo di sospetti che coinvolgerà anche la sua famiglia. A proposito del pericolo che possono rappresentare i social media nel distruggere la reputazione delle persone, Farhadi ha detto: “Non so cosa succeda negli altri Paesi ma posso dire che in Iran i social media da una parte hanno dato un’opportunità a chi non aveva voce e creato un dialogo, ma allo stesso tempo sono strumenti che creano equivoci, portano spesso a giudizi sbagliati”.
Nel film i suoi personaggi sembrano mantenere sempre una certa ambiguità, la verità è sfumata e mai chiara, così anche la giustizia diventa molto meno certa. A questo proposito il regista ha detto: “Questo è un punto molto importante. Nel cinema siamo abituati a conoscere un lato del carattere di un personaggio e pensiamo di conoscerlo. In realtà le persone possono commettere dei piccoli errori di fronte a situazioni complicate. Bisogna prendere in considerazione tutte le complessità di un personaggio: proprio di fronte alle situazioni complicate si tirano fuori lati nascosti del carattere. Ho sempre pensato che l’essere umano è un fenomeno veramente complicato”.