Oltre un quarto della popolazione italiana è a rischio di povertà. Al Sud l’emergenza raddoppia e interessa quasi la metà degli abitanti. Nel 2014 si attesta infatti al 28,3% la stima delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale residenti in Italia, mentre sale al 45,6% se si va nel Mezzogiorno. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel Report “Reddito e Condizioni di vita” relativo al 2014. Cala, tuttavia, la povertà più grave. Nel 2014 l’indicatore di grave deprivazione scende, tornando sui livelli del 2011, grazie alla minore quota di individui in famiglie che non possono permettersi un pasto adeguato (cioè con proteine della carne, del pesce o equivalente vegetariano) ogni due giorni, qualora lo volessero (dal 13,9% al 12,6%); non possono sostenere spese impreviste pari a 800 euro (dal 40,2% al 38,8%); non possono permettersi una settimana di ferie all’anno lontano da casa (dal 51,0% al 49,5%). L’indicatore del rischio povertà o esclusione sociale rimane stabile rispetto al 2013: la diminuzione della quota di persone in famiglie gravemente deprivate (la stima passa dal 12,3% all’11,6%) viene infatti compensata dall’aumento della quota di chi vive in famiglie a bassa intensità lavorativa (dall’11,3% al 12,1%); la stima del rischio di povertà è invece invariata.
Quasi la metà dei residenti nel Sud e nelle Isole (45,6%), invece, è a rischio di povertà o esclusione sociale, contro il 22,1% del Centro e il 17,9% di chi vive al Nord. In tutte le regioni del Mezzogiorno i livelli sono superiori alla media nazionale, viceversa i valori più contenuti si riscontrano in Trentino-Alto Adige (11,7%, 9,7% nella provincia autonoma di Bolzano), Friuli-Venezia Giulia (16,3%) e Veneto (16,9%). Se si calcola il valore mediano, ovvero il livello di reddito che separa il numero di famiglie in due metà uguali, “è possibile affermare che il 50% delle famiglie residenti in Italia ha percepito un reddito non superiore a 24.310 euro (2.026 euro al mese)”. I redditi mediani più elevati si osservano per le famiglie settentrionali; quelle che vivono nel Centro e nel Mezzogiorno mostrano livelli pari, rispettivamente, al 95% e al 75% di quello delle famiglie residenti al Nord. Il reddito mediano, oltre che nel passaggio da Sud a Nord, cresce all’aumentare del numero di percettori e dipende dalla tipologia della fonte principale.