Un teatro “liquido” per il post Covid, a Palermo riapre uno dei templi della Musica

Ella Milch-Sheriff
22 giugno 2020

Salire le scale che portano al Salone antistante la Sala del Teatro Massimo di Palermo fa un po’ di impressione. Sì perché quelle scale non si percorrevano da un po’, da tre mesi e mezzo per l’esattezza, da quando l’epidemia di Covid 19 aveva silenziato uno dei templi della Musica. E’ stato come se un sortilegio piombasse – così come nella Bella Addormentata – su questo luogo dove il canto, i suoni, le luci, le atmosfere da sogno imperavano; perché tutto tacesse. Ma la Musica non può essere silenziata e così in questi mesi, attraverso i social, la WebTv, il Massimo ha continuato a vivere ad operare, a far sentire la sua voce, in attesa di un bacio o di una luce. E questa Luce è ora arrivata… Sotto una nuova Luce è infatti il titolo che apre il Festival che la Fondazione Massimo si prepara a varare dal 4 Luglio. Un Festival “liquido”, come lo definisce il Sovrintendente Francesco Giambrone, volutamente forse riprendendo quella “liquidità” di baumaniana memoria. “Un festival – dice Giambrone alla presentazione avvenuta in una platea trasformata in palcoscenico tra leggii e sedie distanziate, operatori media e pubblico, rigorosamente controllato con tanto di scanner misura temperatura, in mascherine – ha un inizio e una fine, si svolge solitamente in un arco di tempo breve. Noi iniziamo il 4 luglio, ma non sappiamo se ci fermeremo con la programmazione di Settembre o continueremo. Tutto è e può cambiare”.

Il cambiamento del resto il Teatro Massimo lo conosce ed è stato abilissimo nell’adeguarsi, nel risorgere anche. Questa riapertura del 4 luglio sembra un po’ strizzare l’occhio a quel Born on the 4th July, ma non come Indipendenza – quella l’ha sempre avuta – quanto proprio l’idea di saper interpretare e superare anche le situazioni più difficili. “Se avessimo dato retta alla voce finanze – precisa sempre Giambrone – non avremmo dovuto riaprire. Invece siamo qui, con i primi 200 spettatori, con una platea che assume una nuova connotazione: oggi la vedete così ma il suo assetto può cambiare”. Il nuovo dictat ora non è più “fare l’Opera”, quanto “ribaltare la prospettiva”, ripensare la programmazione e l’allestimento, “ripensare lo spazio”. E per far ciò la Fondazione non si è rivolta a tecnici – architetti o ingegneri – si è rivolta ad artisti. “perché loro conoscono il mondo del teatro”. A Roberto Andò quindi e Gianni Carluccio il compito di ripensare lo spazio del Massimo, scardinando magari quei concetti di allestimento cui da sempre siamo abituati. “Non ci sarà Manon Lescaut”, come non ci sarà Nabucco, Pirata, non almeno per come li abbiamo visti. Un “Festival Liquido”, in continua evoluzione, mai fermo… seguendo quindi l’hashtag che ha accompagnato le trasmissioni sul web del teatro palermitano #ilteatromassimononsiferma. E non si è fermato.

La linea conduttrice del Festival si apre infatti sull’onda di una progettazione già collaudata “Per continuare a ragionare e riflettere – dice Giambrone – su quei progetti su cui abbiamo iniziato a lvorare”. Il 4 luglio una commistione ardita e al tempo stesso interessante – il lavoro commissionato alla compositrice israeliana Ella Milch-Sheriff, Der ewige Fremde (L’eterno straniero), una nuova commissione del Teatro Massimo di Palermo in collaborazione con la Gewandhaus Orchester di Lipsia e la BBC Philharmonic di Manchester e la non spesso ascoltata Messa in Do maggiore op. 86 di Beethoven con le voci di Laura Giordano e Marianna Pizzolato, insieme al tenore Luis Gomes e al basso Evan Hughes. Sul podio il direttore musicale del Teatro Massimo, Omer Meir Wellber – accenderà la Nuova Luce del Teatro Massimo. Dopo il debutto al Teatro Massimo, complici le favorevoli serate estive, la programmazione prosegue all’aperto al Teatro di Verdura. Il primo appuntamento, l’11 luglio alle 21,30, è sempre con Beethoven e la Nona Sinfonia sempre sotto la bacchetta di Wellber e con i solisti Desirée Rancatore , Chiara Amarù, di nuovo René Barbera e il basso Gianluca Buratto.

Il 17 luglio George Gershwin e Wayne Marshall: nel programma a parte le Variazioni su I Got Rhythm per pianoforte e orchestra, la Suite da Porgy and Bess e la Rapsodia in blu, anche l’Ouverture da Candide di Leonard Bernstein. Per il concerto del 22 luglio Omer Meir Wellber si dividerà tra podio e pianoforte con il Concerto per pianoforte e orchestra K 414 di Wolfgang Amadeus Mozart, e la Sinfonia n. 4 di Pëtr Il’ič Čajkovskij. Verdi con la Messa da Requiem sarà il protagonista della serata del 26 Luglio. Sul podio ancora una volta il direttore musicale del Massimo, con i solisti Carmen Giannattasio, Marianna Pizzolato, René Barbera e Gianluca Buratto. Agosto si apre a ritmo di danza con uno spettacolo che vede proposta una coreografia del nuovo direttore del Corpo di Ballo del Massimo Davide Bombana – in una creazione che si ispira ai mesi di lockdown e all’isolamento – ed alcuni classici della danza contemporanea firmati da Kenneth MacMillan, Mauro Bigonzetti e Heinz Spoerli. Il 9 e 11 Agosto torna l’Opera, in forma da concerto, un titolo tutto siciliano – Cavalleria Rusticana di Mascagni – che vede il tenore italo/francese Roberto Alagna, insieme alla moglie, la soprano Alexandra Kurzak, nei panni di Turiddu e Santuzza. A completare il cast saranno Sofia Koberidze (Lola), Ernesto Petti (Alfio) e Romina Boscolo (Mamma Lucia), sul podio Carlo Goldstein.

Agosto si chiude con l’esibizione il 13 di agosto con la Massimo Kids Orchestra e Coro di voci bianche, con un programma che spazia da brani tra i più noti del repertorio classico (Bizet, Mascagni) e cinematografico (Ennio Morricone) fino a composizioni pensate appositamente per le formazioni Kids del Teatro. Dirigerà Michele De Luca, maestro del Coro Salvatore Punturo. Dopo una breve pausa il Festival “Liquido”, ma consistente, riprende a settembre, il 13, sempre al Teatro di Verdura, con Omer Meir Wellber di nuovo sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo per dirigere ancora una volta una commistione sinfonica ardita e interessante. La scelta del programma cade infatti su Un sopravvissuto di Varsavia di Arnold Schönberg, insieme alla Messa dell’Incoronazione di Mozart. Mozart e Wellber tornano poi 22, 24 e 26 settembre con un Don Giovanni (in forma concertante).

E il Il 25 settembre il direttore musicale aggiungerà un nuovo tassello all’omaggio a Beethoven nel duecentocinquantesimo anniversario della nascita, con il Concerto per violino op. 61 e la Settima Sinfonia. Solista la violinista Midori, in residenza al Teatro Massimo. La Fondazione gioca per questa ripresa con quanto la Stagione Sinfonica e Operistica 2020 poteva mantenere, privilegiando nella scelta dei cast quegli artisti “più vicini” in termini di ristrettezze di spostamenti, naturalmente, ma anche di vicinanza artistica, in attesa di recuperare le opere saltate – “che si cercherà di inserire nelle prossime Stagioni” – anche per rispettare gli accordi presi con gli interpreti che al momento, causa Covid, non potranno intervenire. “Questa – conclude il Sovrintendente – è una nuova esperienza per il Teatro, da tenere nel cuore. Tutto, prima o poi, di questo momento che stiamo vivendo, passerà. Ma questa esperienza artistica no, non deve essere dimenticata, anzi, deve restare”. Testimonianza di una vivacità culturale “liquida”, sempre in movimento ed evoluzione.

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