Un terremoto politico scuote la Sardegna: il futuro della governatrice Todde in bilico

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Alessandra Todde

All’inizio del 2025, un vero e proprio terremoto politico ha colpito la Sardegna, gettando ombre sul futuro della governatrice Alessandra Todde. La prima donna alla guida della Regione, eletta nel febbraio 2024 con una coalizione di centrosinistra, potrebbe essere costretta a lasciare l’incarico a meno di un anno dall’insediamento. La decisione shock arriva dal Collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d’appello, che ha dichiarato decaduta la leader del Movimento 5 Stelle dal suo ruolo di consigliera regionale. Una sentenza che, secondo la legge, comporterebbe automaticamente anche la decadenza dalla carica di presidente della Regione.

Le accuse: irregolarità nella campagna elettorale

Alla base della controversa decisione vi è un’attenta analisi delle spese sostenute durante la campagna elettorale. Gli accertamenti hanno evidenziato gravi inadempienze, spingendo il Collegio ad emettere un’ordinanza ingiunzione indirizzata al Consiglio regionale della Sardegna. Si tratta di un colpo durissimo per la governatrice, eletta con il 45,3% dei voti e protagonista di una vittoria risicata: appena 0,3 punti percentuali hanno separato Todde dal suo avversario del centrodestra, Paolo Truzzu.

La palla passa al Consiglio regionale

La vicenda ora è nelle mani del Consiglio regionale, presieduto dal segretario del Partito Democratico Piero Comandini. Sarà compito dell’assemblea sarda stabilire una data per discutere e deliberare sulla decadenza di Todde. Tuttavia, il quadro politico appare più che mai incerto. La governatrice, infatti, non ha intenzione di arrendersi senza combattere.

Todde: “Impugnerò l’atto”

Alessandra Todde ha già annunciato che impugnerà l’atto davanti al tribunale ordinario, definendo la notifica della Corte d’appello come un “atto amministrativo” suscettibile di revisione legale. “Ho piena fiducia nella magistratura e continuerò a lavorare per il bene del popolo sardo”, ha dichiarato con fermezza, lasciando intendere che non intende abbandonare il timone della giunta regionale senza una battaglia legale.

Un ritorno alle urne in vista?

In caso di conferma della decadenza, la Sardegna potrebbe essere costretta a tornare alle urne, aprendo una nuova e imprevedibile fase politica per l’isola. L’eventualità di elezioni anticipate rappresenterebbe un terreno fertile per il riaccendersi delle tensioni tra le forze politiche locali, già in fermento dopo il risultato elettorale del 2024. Per ora, però, il futuro della Regione resta in sospeso, in attesa di ulteriori sviluppi che potrebbero riscrivere la storia politica dell’isola.