Vuole far nascere nel suo grembo un nipotino. La madre di una donna che ha fatto congelare i propri ovociti prima di morire sta combattendo un’inedita battaglia legale in Gran Bretagna: intende ottenere la fecondazione post-mortem e un impianto nel suo utero, in modo da far nascere un bimbo e realizzare così l’ultimo desiderio della figlia. L’identità della coppia decisa a far ribaltare un primo “no” da un’authority preposta alle questioni di fecondazione – lui 58, lei 59 anni – non viene rivelata. Ma il “Guardian” racconta oggi l’intera vicenda con dovizia di particolari. La loro unica figlia è stata uccisa da un tumore all’intestino nel 2011. Aveva 23 anni e non era fidanzata quando apprese della malattia, ma decise di far congelare i propri ovuli, nella speranza di guarire e poter avere in futuro figli. “Fin da subito uno dei problemi legati alla malattia divenne quello delle implicazioni rispetto alla maternità”, spiega il rappresentante della famiglia. La giovane donna è poi morta qualche anno dopo. E la madre racconta che fu proprio lei a chiederle di far nascere un suo figlio e di farlo crescere in famiglia, “sapendo che sarebbe stato al sicuro”.
Quando una cugina nel 2009 le disse di essere incinta, la ragazza replicò: “anch’io ho già i miei figli, sono nel frigorifero”. Lo scorso anno l’Authority per la Fecondazione Umana e gli Embrioni (HFEA) si è rifiutata di emettere una “speciale direttiva” per permettere il prelievo degli ovociti dal sito dove sono stati stoccati dopo il congelamento, in modo che i nonni aspiranti genitori possano trasportarli negli Usa e procedere in una clinica privata che ha già dato il suo assenso, per 60.000 sterline. Per questo i genitori chiedono che intervenga la giustizia. Anche una zia è pronta a testimoniare che la ragazza voleva che fosse sua madre, e solo sua madre, la portatrice dei suoi ovociti “ed era molto chiara sul fatto che questo dovesse avvenire dopo la sua morte”.