Dopo circa sei mesi la Regione Siciliana ha una finanziaria appena varata dal parlamento. Per arrivare a questo traguardo, l’aula ha dovuto approvare tre mini manovre (non è esclusa una quarta entro fine anno). L’ultima ieri all’alba, dopo circa 18 ore di lavori a Sala d’Ercole a spizzichi e bocconi. A questo proficuo lavoro vanno aggiunte alcune nottate trascorse dai deputati nelle stanze del Palazzo, tra lavori di commissioni e d’aula. Una faticaccia. Un tour de force che ha visto una maggioranza scricchiolare in più occasioni, soprattutto per le forti tensioni all’interno del Pd, alimentate ancor di più per il vicino rimpasto. Non a caso il governo Crocetta è stato battuto più volte. La bocciatura della ricapitalizzazione degli Interporti e del Maas è una delle tante ferite. Il centrodestra, invece, ha fatto il minimo sindacale nel suo ruolo di opposizione.
Nel merito, si può definire un provvedimento finanziario per tirare a campare. Con questa manovra, infatti, euro più, euro meno, si pagheranno gli stipendi del personale degli enti e dei forestali fino a fine anno. E per far ciò il governo dovrà contrarre anche un ennesimo mutuo di 55 milioni e prelevare alcuni spiccioli (2,5 milioni!) dalle pensioni dei dipendenti regionali (contributo di solidarietà). Però si sono elargiti finanziamenti per decine di milioni per tenere in vita la celeberrima ‘Tabella H’. Un elenco di enti di varia natura e forma giuridica che si occupano di cultura, sport, musica, solidarietà e via discorrendo e che tradotto nel linguaggio legislativo è l’articolo 27 della manovra e che in totale prevede una spesa di 150 milioni di euro. Il ‘cuore’ di tutta la finanziaria e per il quale è stata destinata l’intera nottata animata da insulti e scontri verbali. Un bel vedere e un bel sentire. In sostanza, parliamo di finanziamenti a pioggia dato il criterio d’assegnazione totalmente discrezionale.
Tra le pieghe della manovra è difficile trovare risorse per un serio e concreto percorso di rinascita. Anzi. Sono stati tolti dalle casse dell’Ircac 25 milioni di euro. Per meglio intenderci, l’Ircac è l’istituto per il credito alla cooperazione. E come detto, non sono stati ricapitalizzati l’Interporto di Termini Imerese e il Maas di Catania, uno dei mercati ortofrutticoli più grandi del Mezzogiorno. Tradotto: s’è zavorrato ulteriormente il Pil. Non parliamo poi del rituale via vai tra Palazzo dei Normanni e Piazza Principe di Camporeale. E’ assolutamente inconcepibile che un’istituzione prima di varare le norme debba confrontarsi con il commissario dello Stato per avere il via libera. Non è certo segno di autorevolezza. A proposito del prefetto Carmelo Aronica. Già tra i corridoi di Palazzo dei Normanni si respira aria di impugnativa. Ma l’aula è già pronta essendo stata convocata per l’11 agosto. Una chicca: il governo Crocetta, esecutivo di sinistra, ha depennato l’Istituto Gramsci non avendogli dato nessun euro. Un momentaccio, per uno dei più importanti pensatori del XX secolo, data anche la chiusura del giornale da lui stesso fondato, l’Unità. E per la Sicilia, intanto, non si intravede luce. (G. Min.)