Una rivoluzione, preti sposati potranno celebrare messa

Lo autorizza Papa Francesco con la “Pontificia Praecepta de clero Uxorato Orientali”, il documento pubblicato nel fascicolo numero 6/2014 degli “Acta Apostolicae Sedis”

prete

di Alessandra Zavatta

I preti sposati delle Chiese Orientali cattoliche potranno celebrare messa fuori dal Medio Oriente e dall’Europa dell’Est. Una rivoluzione quella autorizzata da Papa Francesco con la “Pontificia Praecepta de clero Uxorato Orientali”, il documento pubblicato nel fascicolo numero 6/2014 degli “Acta Apostolicae Sedis”, la gazzetta ufficiale della Santa Sede, distribuita in questi giorni. Un documento firmato dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, e che segue quanto concesso ai presbiteri anglicani nel 2009 da Benedetto XVI. Mettendo fine ad una disputa durata più di un secolo. Era il 1880 quando migliaia di cattolici ruteni (discendenti dei vichinghi e degli slavi che si convertirono e colonizzarono l’Europa orientale) emigrarono dalle regioni sub-carpatiche e dall’Ucraina negli Stati Uniti. Li seguirono preti e sacerdoti uxorati, cioè sposati. E questo suscitò la protesta dei vescovi latini secondo i quali tale presenza avrebbe provocato un gravissimo scandalo presso i fedeli di rito romano. Perciò la Congregazione di Propaganda Fide il primo ottobre 1890 proibì al clero ruteno uxorato di risiedere negli Usa. In molti si rifugiarono così nel vicino Canada. Nel 1913 la Santa Sede decretò che qui soltanto i celibi avrebbero potuto essere ordinati sacerdoti. Numerosi preti ammogliati continuarono però a celebrare messa e nel 1929 l’allora Congregazione per la Chiesa orientale emanò tre decreti con cui proibì l’esercizio del ministero ai sacerdoti orientali uxorati negli Stati Uniti, Canada, in America Latina e in Australia. L’anno seguente, con il Decreto Graeci-Rutheni, ribadì che solo gli uomini celibi avrebbero potuto essere ammessi in seminario e promossi all’ordine sacro. Privati dei ministri di culto, 200mila fedeli ruteni passarano all’ortodossia. Il problema continuò a persistere. Il 20 febbraio 2008 la Congregazione per la Dottrina della Fede tornò a sottolineare il «vincolo al celibato per i sacerdoti orientali in servizio pastorale». Adesso cambia tutto. O meglio, si ritorna (quasi) alle origini. I sacerdoti sposati potranno seguire i fedeli nei paesi di immigrazione e potranno celebrare riti nelle Metropolie, Eparchie, Esarcati costituiti fuori dai territori tradizionali. I Gerarchi orientali potranno consacrare
preti uxorati ma dovranno informarne il vescovo latino per averne il parere. Per l’Italia comunque non cambia nulla, perché non ci sono ancora giurisdizioni per gli immigrati di rito orientale, come invece ce ne sono invece in Gran Bretagna, Francia e Usa.