Una tregua sanguinosa: tensione nel sud del Libano, almeno 22 morti
Nel sud del Libano, la situazione rimane drammatica e segnata dalla violenza, nonostante l’accordo di cessate il fuoco firmato lo scorso novembre tra Israele e Hezbollah.
Violazioni dell’accordo di cessate il fuoco
L’accordo, che ha posto fine a due mesi di guerra il 27 novembre scorso, prevedeva che l’esercito israeliano completasse il ritiro dal sud del Libano entro domenica 26 gennaio, lasciando il controllo della regione all’esercito libanese e alle forze di pace delle Nazioni Unite. Tuttavia, Israele ha annunciato venerdì che l’operazione di ritiro sarebbe stata ritardata, accusando il Libano di non aver rispettato pienamente gli obblighi previsti dall’accordo.
Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno dichiarato di aver sparato “colpi d’avvertimento” per neutralizzare quelle che hanno definito “minacce” nella zona.
“Diverse persone sospette sono state arrestate mentre si avvicinavano alle nostre truppe e rappresentavano un pericolo diretto”, ha affermato il portavoce dell’esercito israeliano, aggiungendo che i sospetti sono attualmente sotto interrogatorio.
Accuse reciproche e tensioni sul confine
Israele continua a puntare il dito contro Hezbollah, accusandolo di voler riprendere il controllo delle aree di confine. “Non permettete a Hezbollah di tornare e di usarvi”, ha avvertito Avichay Adraee, portavoce delle IDF, rivolgendosi agli abitanti del sud del Libano.
Nel frattempo, il Libano ha denunciato l’uccisione di un soldato libanese e il ferimento di un altro a causa dei colpi sparati dall’esercito israeliano. “Il nemico israeliano continua la sua aggressione contro i cittadini e i soldati nelle zone di confine”, ha dichiarato l’esercito libanese.
Le Nazioni Unite e il ritorno dei civili
Le Nazioni Unite, che dovrebbero garantire la sicurezza nell’area insieme all’esercito libanese, hanno dichiarato che le condizioni per consentire il ritorno dei civili non sono ancora soddisfatte. Questo rende ancora più difficile la situazione per le centinaia di abitanti che tentano di tornare nei loro villaggi, ormai in rovina dopo i mesi di conflitto.