Unesco iscrive Hebron su lista Patrimonio mondiale in pericolo
La Tomba dei Patriarchi contestata fra ebrei e musulmani
L’Unesco ha inserito oggi la città vecchia di Hebron, in Cisgiordania, nella lista del suo Patrimonio mondiale in pericolo attirandosi gli strali di Israele. La questione dell’iscrizione di Hebron era al centro di un aspro contenzioso fra israeliani e palestinesi. La decisione del Comitato del Patrimonio mondiale dell’Unesco è una “sozzura morale”, ha immediatamente reagito il ministero degli Esteri israeliano mentre i palestinesi salutavano un “successo” della loro diplomazia. Dodici membri del Comitato riunito a Cracovia, in Polonia, hanno votato per l’iscrizione, sei si sono astenuti e tre hanno votato contro.
Vista l’astensione, la maggioranza richiesta era di dieci voti. L’agenzia dell’Onu ha definito la città vecchia di Hebron “zona protetta” del patrimonio mondiale in quanto sito “di un valore universale eccezionale”. Hebron ospita una popolazione di 200.000 palestinesi e di alcune centinaia di coloni israeliani, asserragliati in una enclave protetta da soldati dello Stato ebraico nei pressi del luogo santo che gli ebrei chiamano la Tomba dei Patriarchi e i musulmani la moschea di Ibrahim (Abramo). I palestinesi sostengono che il sito è minacciato da un “allarmante” aumento del vandalismo ai danni delle proprietà palestinesi nella città vecchia che attribuiscono ai coloni israeliani. Israele sostiene che la risoluzione su Hebron, che definisce la città “islamica”, neghi una presenza ebraica che di 4.000 anni. La Tomba dei Patriarchi racchiude, secondo la tradizione, le spoglie di Abramo, padre delle tre religioni monoteiste, del figlio Isacco, del nipote Giacobbe e delle loro mogli, Sarah, Rebecca e Lea.