I negoziati tra Ungheria e Commissione europea hanno avuto successo perché le misure proposte da Budapest fugano i timori dell’Ue e questo potrebbe impedire tagli ai finanziamenti per l’Ungheria. Lo ha affermato il ministro della Giustizia del Paese, Judit Varga. La Commissione europea ha raccomandato ieri di trattenere miliardi di euro di finanziamenti all’Ungheria per presunte violazioni dello stato di diritto, ma ha affermato che l’azione correttiva proposta da Budapest potrebbe evitare sanzioni. La sospensione potrebbe ammontare al 65 per cento degli impegni per tre programmi operativi nell’ambito della politica di coesione dell’Ue, che rappresentano circa 7,5 miliardi di euro.
“Un complicato ma costruttivo processo negoziale tra il governo ungherese e la Commissione europea, durato diversi mesi, si è concluso domenica. I colloqui hanno avuto successo”, ha scritto Varga sui social media, aggiungendo che la commissione credeva che le misure proposte dal governo ungherese elimineranno le preoccupazioni dell’UE. Secondo il ministro, non ci si poteva aspettare tagli ai fondi per l’Ungheria, sulla base “della decisione presa domenica dalla commissione”. Varga ha osservato di aver proposto emendamenti alla legislazione anticorruzione, che dovrebbe essere adottata entro la fine dell’anno, che aiuterebbero l’Ungheria a evitare tagli ai finanziamenti nel 2023. Le riforme comprenderebbero la creazione di un’autorità anticorruzione.
Il processo del meccanismo dello stato di diritto, che implica tagli ai finanziamenti per i Paesi dell’Ue che violano i “principi democratici” del blocco, è stato lanciato formalmente ad aprile dopo che l’Ue ha accusato l’Ungheria di limitare le libertà giudiziarie e dei media. Budapest ha presentato misure correttive negli ultimi mesi per rispondere alle preoccupazioni dell’Ue, ma la Commissione ha affermato che il bilancio dell’Ue è rimasto a rischio “in attesa del completamento delle fasi chiave di attuazione”.