Intanto maggioranza e governo tengono il punto sul testo: nessuna modifica al ddl per incassare il via libera definitivo in tempi non biblici e scongiurare un ulteriore passaggio al Senato. Ma la blindatura del ddl e i numeri piu’ favorevoli rispetto a palazzo Madama non mettono al riparo governo e maggioranza da possibili incidenti di percorso in Aula, dove incombe l’incognita delle votazioni segrete. Tanto che torna a prendere quota l’ipotesi fiducia anche per l’ultima lettura del provvedimento. Il timore del Pd, infatti, e’ che il voto segreto – tanto piu’ di fronte all’acuirsi dello scontro politico dopo l’esito del referendum sulle trivelle e in vista delle amministrative e della consultazione popolare sulle riforme – possa far coalizzare non solo tutte le opposizioni ma anche i detrattori del ddl e chi mira, all’interno dello stesso Pd, a dare un segnale al governo Renzi. Il voto segreto, infatti, potrebbe ricompattare le opposizioni (Sel, Lega, FI, M5S, FdI e Cor), che potrebbero raggruppare dai 205 voti, ai 215-220 nelle piu’ rosee previsioni. A questi numeri, pero’ – ed e’ questo il timore di Pd e governo – potrebbero aggiungersi una trentina di voti della sinistra dem piu’ alcuni Pd di area cattolica; una decina da Area popolare e alcuni da Scelta civica.
A quel punto, viene spiegato, la soglia di tranquillita’ della maggioranza si ridurrebbe, aprendo a scenari non privi di incognite. Per questo, viene confermato, il governo non esclude di porre la fiducia, come ga’ accaduto al Senato, anche se cio’ comporterebbe inevitabilmente il voto contrario anche di quelle forze politiche, come Sinistra italiana e M5S, che sono a favore delle unioni civili. Certo, viene subito premesso, ogni valutazione e’ rimandata a quando il ddl sara’ in Aula e li’ si capira’ l’atteggiamento delle opposizioni. Se invece il governo dovesse scegliere di non porre la fiducia, il ddl – almeno stando ai numeri sulla carta – potrebbe incassare piu’ voti di quelli delle forze di maggioranza che sostengono il governo. Scontato il si’ dei verdiniani. Da Forza Italia potrebbero arrivare almeno una decina di voti a favore (nel gruppo si discute sull’opportunita’ di dare liberta’ di coscienza per evitare spaccature), mentre Sinistra italiana – viene spiegato – faticherebbe a giustificare un ‘no’ al ddl. Quanto ai 5 Stelle, alla Camera in commissione hanno presentato solo 24 emendamenti – viene sottolineato – con l’obiettivo di modificare alcuni punti critici della legge che, a loro dire, sono a rischio incostituzionalita’. Dunque, i pentastellati in questa fase dei lavori preferiscono non sbilanciarsi, e attendere le mosse del Pd. Fonti dem, tuttavia, ribadiscono che non si procedera’ ad alcuna modifica del ddl e, di conseguenza, non viene escluso il voto contrario dei grillini.