Quattro a uno. E’ il rapporto tra gli studenti siciliani che decidono di andare all’estero per l’esperienza Erasmus e quelli stranieri che, invece, scelgono la Sicilia. Ogni anno, infatti, sono circa 900 gli universitari che prediligono mete straniere e soltanto 250 optano per l’Isola. Dove, inoltre, solo due studenti su cinque godono della borsa di studio. Dati che fanno riflettere. Sono alcuni dei dati emersi durante il primo incontro della IX edizione de Le Giornate dell’Economia del Mezzogiorno, che si è tenuto questa mattina allo Steri sul tema “Dall’ammuina al nuovo ordine sociale”.
“Bisogna investire su crescita, sviluppo, formazione e innovazione – ha sottolineato il rettore dell’Università degli Studi di Palermo Fabrizio Micari -. Ogni territorio ha delle sue specificità: occorre definire una volta per tutte una strategia regionale che coinvolga le istituzioni. L’Università intende essere partner di questo percorso per contribuire alla formazione di queste idee”. Ma ci sono anche dati confortanti. “Se in alcuni settori come l’Ingegneria, a cinque anni, il 93% dei laureati ha uno sbocco occupazionale (rispetto al 94% della media nazionale), altri corsi di laurea come Beni culturali che dovrebbero dare più opportunità in Sicilia, sfiorano appena il 50% delle possibilità lavorative post studi per i neo dottori. A Palermo, poi, il 95 per cento delle domande di partecipazione ai dottorati proviene dall’estero”, ha aggiunto Micari.