L’ex ministro dell’Istruzione da parte sua si difende e si dice “stupita”. “Non voglio polemizzare – ha affermato – però mi spiace che un uomo come lui pensi che un ministro debba chiudere gli occhi di fronte a tanti casi di parentopoli e raccomandazione negli Atenei. La riforma – ha aggiunto – aveva l’obiettivo di rendere i concorsi meno discrezionali, super partes ed orientati alla meritocrazia. Mi pare che siano risultati effettivamente ottenuti”. “Con questo – ha detto ancora Gelmini – non voglio dire che la mia riforma sia la panacea di tutti i mali, sicuramente bisogna fare di più ma in nessun caso bisogna tornare indietro”. Dopo Cantone chiarisce: “Non ho attaccato la legge Gelmini, ho detto che è un paradosso che ci debba essere una legge che stabilisce un divieto che dovrebbe essere scontato”. Ma i “paradossi” elencati da Cantone forse un approfondimento lo meritano. “In una università del Sud – ha raccontato – è stato istituzionalizzato uno ‘scambio’: in una facoltà giuridica è stata istituita una cattedra di storia greca e in una facoltà letteraria una cattedra di istituzioni di diritto pubblico. Entrambi i titolari erano i figli di due professori delle altre università. Credo che questo sia uno scandalo”. “Sull’università – ha aggiunto – proveremo a fare linee guida ad hoc, che non vogliono burocratizzare ma provare a consentire l’esercizio della discrezionalità”.