“Mi dà una notizia di profondo dolore”. Ci risponde così Giuliano Urbani nel sapere della morte di Antonio Martino con cui è stato tra i fondatori di Forza Italia. Lo ricorda come “un signore gentilissimo, cordialissimo”, evidenziando tuttavia che Silvio Berlusconi gli ha dato “dell’incosciente” per aver messo insieme proprio Martino e Tremonti. In quanto, per dirla con lo stesso allievo di Norberto Bobbio, “ci voleva un coraggio da leoni”. Il due volte ministro (Funzione pubblica, Beni culturali) oggi ottantacinquenne, vede ora in FI “l’annacquamento del liberalismo” mentre sulla guerra in Ucraina avverte l’Occidente: “Faccia buon viso a Vladimir Putin per farlo recedere, altrimenti resta un pericolo nucleare”. E in merito all’inizio del rapporto tra Berlusconi e Putin, ricorda che “sia io che Martino gli dicevamo ‘vedi che hai preso un granchio’”.
Professore Urbani, qual era il suo rapporto con Antonio Martino.
Come nasce Forza Italia?
“Nasce dal liberalismo che io e Martino mettemmo nel programma. E ovviamente, Berlusconi che ha innovato tantissime cose come il linguaggio, la presenza propagandistica, quella cultura di massa con cui arriva dritto alla gente. Tenga presente che Berlusconi allora non conosceva quasi nulla del mondo partitico-politico, quindi la presenza di Martino è stata molto importante”.
Perché?
Mettere assieme Martino e Tremonti ci voleva “ un coraggio da leoni”.
Qualche aneddoto?
Cosa è cambiato in Forza Italia?
“Siamo arrivati all’annacquamento del liberalismo per effetto delle alleanze, certamente doverose ma Berlusconi li ha privilegiate eccessivamente. Sia per l’alleanza con Fini, con Bossi, e con Casini ha pagato uno scotto, secondo noi troppo alto. Voglio ricordare che quando agli inizi presentammo Forza Italia nelle piazze ci fu un grande entusiasmo, entusiasmo che man mano si affievolì in quanto la gente ci vedeva un po’ leghisti, un po’ democristiani, un po’ di Alleanza nazionale. Cosa che invece alla gente doveva arrivare esattamente l’opposto: che noi avevamo fatto l’alleanza con questi signori per far diventare loro liberali”.