Urbanscope scopre cosa succede dentro la città

Urbanscope scopre cosa succede dentro la città
21 luglio 2015

Un “macroscopio” puntato sulla città per capire in tempo reale cosa accade nel tessuto urbano. Può essere definito così il progetto Urbanscope presentato dal Politecnico di Milano. Analizzando i dati che provengono dai nostri smartphone e tablet Urbanscope dà indizi e allerte sulle trasformazioni in atto in un determinato luogo, interpretando le tracce che lasciamo quotidianamente interagendo con le diverse tecnologie di comunicazione. Giovanni Azzone, rettore del Politecnico di Milano: “Ormai la competizione a livello internazionale è una competizione che riguarda gli ecosistemi. Le città in qualche modo come luogo in cui persone attività economiche e istituzioni interagiscono e definiscono il proprio futuro. In una situazione di questo tipo in cui ci sono dinamiche sempre più complesse è fondamentale avere strumenti che ci dicono rapidamente cosa sta accadendo. Urbanscope vuole proprio essere una lente di ingrandimento dei fenomeni che toccano le città”. Milano è stata scelta come primo di caso di applicazione di Urbanscope. E dai dati mostrati durante la presentazione del progetto, appare subito come una città tutta da scoprire. Esplorando i tweet che vengono scambiati a Milano e la lingua in cui sono scritti, emergono infatti “tre città” digitali: una Milano che parla in italiano con se stessa e l’Italia (in particolare da Quinto Romano, Baggio e Maciachini); una Milano che parla in inglese con il resto del mondo (soprattutto da Forze Armate, Ronchetto sul Naviglio e Stadera); e una Milano multi-etnica, proiettata verso le nuove comunità cittadine e quelle di origine (molto attiva dalle aree dell’Ortomercato e Bande Nere). Marco Brambilla docente del Polimi: “Il cuore di Urbanscope è basato su tecnologie di integrazione dati, che raccolgono informazioni da multiple sorgenti, come social network, dati telefonici, e potenzialmente a qualunque altro tipo di dato, le collezionano insieme, le collegano le integrano e le rendono disponibili per essere interrogate e visualizzate come si può vendere sul sito”. E le sorprese sono davvero tante. Sulla base dei check-in Foursquare e Swarm, per esempio si possono individuare i luoghi verso cui la città si muove, di giorno e di notte. E si scopre che anche dopo l’apertura dell’Esposizione Universale, i classici luoghi di attrazione milanesi come Duomo, Brera, Navigli non hanno affatto perso terreno, e che quindi Milano non si è affatto svuotata.

Leggi anche:
Apertura stellare per il 42 TFF, da Sharon Stone a Ron Howard
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti