Lo Yaan Bifengxia Wildlife Zoo, nella provincia del Sichuan, in Cina, è finito sotto i riflettori dei media asiatici per una decisione che ha acceso un acceso dibattito: la vendita di bottigliette contenenti urina di tigre siberiana.
Secondo i responsabili dello zoo, questo insolito prodotto sarebbe un rimedio efficace contro i reumatismi e altri disturbi, offerto al pubblico al prezzo di 50 yuan (circa 7 dollari) a bottiglia. Ma la notizia ha diviso l’opinione pubblica, sollevando interrogativi scientifici, etici e conservazionisti.
L’etichetta del prodotto, già disponibile per l’acquisto, promuove l’urina di tigre come una soluzione non solo per i reumatismi, ma anche per distorsioni, dolori muscolari e altre problematiche. Le istruzioni consigliano di mescolare il liquido con vino bianco e applicarlo sulla zona interessata insieme a zenzero finemente tagliato. Non è esclusa neppure la possibilità di ingerire l’urina per via orale, sebbene venga raccomandata cautela a causa di possibili reazioni allergiche.
Un dipendente dello zoo ha rivelato al quotidiano cinese The Paper che l’urina viene raccolta in una bacinella dopo che la tigre ha completato i suoi bisogni. Ogni giorno, vengono vendute almeno due bottiglie del prodotto, che sembra aver suscitato l’interesse di curiosi e potenziali acquirenti.
Tuttavia, la comunità scientifica si è espressa con scetticismo. Diversi esperti interpellati hanno sottolineato che non esistono studi comprovati in grado di dimostrare l’efficacia terapeutica dell’urina di tigre. Altri hanno fatto notare che, per essere commercializzata legalmente, una sostanza di questo tipo dovrebbe ottenere l’approvazione degli enti regolatori preposti, soprattutto se venduta online.
Lo zoo ha difeso la propria iniziativa, dichiarando di possedere una licenza commerciale che autorizza la vendita del prodotto. Tuttavia, la questione va ben oltre l’aspetto legale.
Il South China Morning Post ha ricordato che le tigri occupano un posto centrale nella tradizione cinese, simboleggiando virtù come il coraggio e la forza. Tuttavia, questi maestosi felini sono sempre più minacciati e rientrano nella lista delle specie a rischio di estinzione. La pratica di sfruttare parti del loro corpo, anche in modo apparentemente innocuo come la vendita di urina, rischia di alimentare un mercato che potrebbe danneggiare ulteriormente la loro sopravvivenza.
In un’epoca in cui la conservazione delle specie in pericolo è una priorità mondiale, iniziative come quella dello Yaan Bifengxia Wildlife Zoo pongono interrogativi complessi. Da un lato, c’è chi vede nell’urina di tigre un rimedio legato alla medicina tradizionale, radicato nella cultura locale. Dall’altro, c’è chi la considera un esempio di sfruttamento che potrebbe minacciare ulteriormente una specie già in grave pericolo.
La polemica è destinata a continuare, mentre il mondo si interroga su come bilanciare tradizione, commercio e protezione della fauna selvatica. Una cosa è certa: la vendita di urina di tigre non è solo una questione di salute, ma un tema che tocca nervi scoperti nella lotta per la conservazione delle specie a rischio.