La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha pronunciato un discorso incisivo durante il congresso di Nea Demokratia ad Atene, lanciando ufficialmente la sua campagna come Spitzenkandidat del Partito Popolare Europeo (PPE). Con un focus inequivocabile sulla difesa e la sicurezza collettiva, von der Leyen ha sottolineato l’urgenza di un impegno comune per garantire la stabilità e la protezione del continente.
“La nostra prossima frontiera in Europa è la difesa e la sicurezza collettiva, una questione sulla quale non può esserci un ritorno all’innocenza”, ha affermato von der Leyen, ribadendo la necessità di un aumento della spesa per la difesa a livello dell’Unione Europea. La leader tedesca ha espresso chiaramente che la minaccia non è solo esterna, ma anche interna, indicando i movimenti populisti e demagoghi che cerca di minare i valori fondamentali dell’Europa. Von der Leyen ha evidenziato come il pericolo sia rappresentato anche da coloro che vengono definiti “amici di Putin” all’interno dell’Unione Europea, che cercano di sovvertire la stabilità e minare il futuro del continente.
Ha citato esempi specifici, come l’AfD in Germania, il Rassemblement National in Francia e Konfederacia in Polonia, sottolineando che, nonostante i nomi possano variare, l’obiettivo rimane lo stesso: indebolire l’Europa. La campagna di von der Leyen è incentrata sulla difesa della pace e dell’unità europea, che considera più minacciate che mai, sia internamente che esternamente. Ha sottolineato l’importanza di sostenere Kiev in un momento di crescente tensione e ha invocato una nuova frontiera della difesa per affrontare le sfide presenti e future. Tuttavia, nonostante il suo impegno e la sua determinazione, la candidatura di von der Leyen si trova ad affrontare una serie di sfide e incertezze.
Bersagliata dalle polemiche su nomine e inchieste a suo carico, Ursula von der Leyen mostra il volto della sua campagna elettorale dal palco del congresso di Nea Demokratia ad Atene. Un intervento di quattordici minuti per esortare il suo Partito popolare a “rimboccarsi le maniche” a meno di sessanta giorni dal voto. Il centro del programma della leader tedesca nata a Bruxelles e cresciuta ad Hannover poggia sulla “sicurezza”. L’Europa, è il suo guanto di sfida, va difesa dai populisti “amici di Putin” e “dagli attacchi ibridi di Mosca”. Eppure, i patti con la platea non sono ancora chiari: non sulla geometria delle alleanze a destra, né sulla solidità della sua candidatura.
E a sintetizzare l’incertezza è il vicepremier Antonio Tajani: “E’ molto presto per capire come andranno a finire le cose”, ha osservato. Tanto che i piani B che il Ppe potrebbe giocarsi dopo il voto sono più di uno: dalla presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, al premier greco Kyriakos Mitsotakis. Le parole che von der Leyen usa per aprirsi la strada verso la riconferma alla guida di Palazzo Berlaymont seguono il copione delle ultime settimane. Il 6-9 giugno “c’è molto in gioco” e “la nostra Europa pacifica e unita è messa alla prova come mai prima d’ora sia dall’interno che dall’esterno”, ha avvertito la presidente scagliandosi contro AfD, il Rassemblement National di Marine Le Pen, e i polacchi di Konfederacia che vogliono “riscrivere la storia, sabotare il futuro e distruggere l’Europa”.