Il secondo dibattito presidenziale è finito come non era iniziato: con una stretta di mano tra Donald Trump e Hillary Clinton e con complimento reciproco, ma solo perché la domanda conclusiva aveva forzato i due candidati a dire qualcosa di positivo l’uno sull’altro. Altrimenti per gran parte dei 90 minuti di confronto, il repubblicano e la democratica si sono scontrati a colpi di parole, di insulti e persino di minacce. Come quella, di lui, di metterla sotto inchiesta per le email private se diventerà presidente. La partenza è stata dedicata alla questione più scottante delle precedenti 48 ore: il video del 2005 in cui un 59enne Trump sessista si vantava di potere “fare di tutto” alle donne, anche prenderle per i genitali, essendo lui una star. Scontri a parte, secondo un sondaggio di Cnn, il 57% degli intervistati dice che ad avere vinto è Clinton contro il 34% a favore di Trump. Interpellato sulla performance del candidato del Gop, il 63% del campione è convinto che sia andato meglio delle attese, per il 21% ha fatto peggio del previsto e il 15% quanto stimato. Il video scandalo ha caratterizzato i primi 20-30 minuti del dibattito, durante i quali Trump non si è difeso bene, è apparso confuso, nervoso al punto da andare completamente fuori tema. Clinton tuttavia non ha saputo sfruttare il momento per ferire l’avversario. Un avversario che prima di salire sul palco aveva diffuso un video e poi tenuto una conferenza stampa con tre delle donne che dicono di essere state abusate o molestate sessualmente da Bill Clinton in passato (Paula Jones, Juanita Broaddrick, Kathleen Willey). Una quarta (Kathy Shelton) si è unita a loro: fu violentata da un uomo difeso da Hillary Clinton in un processo nel 1975.
Insomma, chi si aspettava che Hillary Clinton avrebbe dato il colpo di grazia a Donald Trump, in ginocchio dopo le rivelazione dei suoi commenti volgari e sessisti sulle donne, è andato deluso. Lei ha vinto il dibattito tv di stanotte con lo sfidante repubblicano alla Casa bianca, “il più brutto di sempre” “una lotta nel fango” un duello “aspro, oscuro”, un “combattimento sporco” secondo la stampa Usa. Ma lui non è caduto: la crisi resta, ma secondo commentatori Usa il miliardario ha guadagnato una boccata d’aria al termine del peggior weekend della sua campagna. Hillary ha vinto, scrive Chris Cillizza del Washington Post “perchè non ha fatto un enorme errore che avrebbe rimesso in gioco” Donald Trump, nonostante le sue risposte confuse sulle email, l’attacco senza precedenti su di lei e sul marito e una difesa “ridicola” degli imbarazzanti discorsi ai rappresentanti di Wall Street rivelati da Wikileaks. Trump ha perso, secondo l’editorialista, nonostante abbia attaccato in modo “più solido ed energico” che nel dibattito precendente. “Trump ha vinto tra la base repubblicana che valeva un candidato in grado di tener testa a Clinton senza timori di rappresaglia. Ma questa “non è abbastanza grande per consentirgli di vincere un’elezione”. Secondo lo strategist repubblicano Curt Anderson, citato da Politico.com: “Stasera non è cambiato nulla. Nei fatti Clinton ha sbagliato perchè non ha colto l’opportunità di dare il colpo di grazia con una buona performance. Gli ultimi giorni hanno rivelato la mancanza di carattere di Trump, ma stasera il dibattito chi ha ricordato che Clinton è una pessima candidata”.
Una dei pochi colpi davvero efficaci del dibattito è stato lanciato da Trump, che ha colto al balzo la palla della pubblicazione di un discorso a porte chiuse della Clinton al rappresentanti di Wall Street. Nella trascrizione pubblicata da Wikileaks Clinton dice ai banchieri che un politico deve avere una posizione “pubblica e una privata” su alcune questioni, citando ad esempio il film “Lincoln” che descrive le manovre del 16esimo presidente alla Casa Bianca durante la guerra civile. “Come ricordo, c’è qualcosa che ho detto su Abramo Lincoln dopo aver visto quel magnifico film di Steven Spielberg” ha detto Clinton. “E’ stata un grande lezione vedere come il presidente Lincoln ha fatto approvare al Congresso il 13esimo emendamento”. Trump ci si è buttato: “Ha mentito e ora dà la colpa della menzogna al defunto, grande Abramo Lincoln. L’onesto Abe non mentiva mai. Questa è la grande differenza tra te e Abramo Lincoln” ha detto, strappando al pubblico l’unica risata della serata. Ma, come osserva Cillizza, Trump “è il peggior nemico di se stesso”, basta lasciarlo parlare. E un saggio di questa verità si è avuto quando ha smentito il suo vice, Mike Pence, su una questione rovente come quella siriana, difendendo il regime siriano e i raid russi. La moderatrice Martha Raddatz gli ha ricordato che Pence non ha escluso un intervento militare Usa se la Russia continua gli attacchi aerei a fianco del regime di Bashar al Assad. “Ok, io e lui non abbiamo parlato, e non sono d’accordo, non sono d’accordo, penso che dobbiamo battere l’Isis” ha replicato il candidato. “Assad non mi piace per nulla, ma Assad sta uccidendo l’Isis, la Russia sta uccidendo l’Isis. E l’Iran sta uccidendo l’Isis… Penso che dobbiamo prendere l’Isis prima di lasciarci coinvolgere di più” .