La Russia ritorna ancora una volta nella campagna elettorale per le presidenziali degli Stati Uniti. A riportarla sulla scena questa volta è Donald Trump, il candidato repubblicano che non ha mai nascosto la sua passione per Putin e per Mosca. Parlando da Miami, il miliardario ha provato a fare un appello al Cremlino: “Russia, se ci stai ascoltando, aiutaci a trovare le 30.000 mail di Hillary Clinton che sono sparite”. Uno scandalo. Il New York Times ha subito titolato in apertura: Trump chiede a Mosca di hackerare le mail di Clinton. E ancora: i vertici della campagna elettorale della candidata democratica hanno sostenuto che l’uscita incoraggia lo spionaggio internazionale. Per Trump si è trattato solo di un espediente (l’ennesimo riuscito) per rubare la scena a Hillary Clinton mentre il partito democratico la sta celebrando alla convention di Philadelphia. L’obiettivo? Continuare a far parlare di sé, anche se in negativo. Tuttavia, il miliardario ha voluto precisare la sua posizione, forse perché si era reso conto di aver sollevato troppa polvere. Su Twitter ha scritto: “Se la Russia o un qualsiasi altro paese o persona ha le 30.000 email cancellate illegalmente da Clinton, dovrebbe condividerle con l’Fbi”. Un notevole passo indietro, certo, ma ormai la polemica era impossibile da fermare.
Oltre alla Russia, a Putin e al fatto che non ha “nulla a che fare” con Mosca, Trump ha voluto attaccare anche Barack Obama, che ha parlato alla convention democratica per la terza volta, dopo gli interventi del 2008 (quando vinse la nomination e divenne presidente) e poi nel 2012, quando si ricandidò. Anche in questo caso facendo un parallelo con la Russia. “Diciamo che Putin ha delle qualità di leader molto migliori di quelle di Obama, ma chi non lo sa?”, ha detto Trump. Poche ore prima, in una intervista a Nbc, il presidente americano (come del resto fa da tempo) ha parlato di Trump: “Non ha alcuna conoscenza di base di come funzioni il mondo”. Da settimane ormai Obama sta aiutando Hillary Clinton nella sua campagna elettorale, prendendo di mira il miliardario. Il presidente ha più volte detto che Trump non ha le capacità per guidare il paese in un momento così complesso in cui i temi da affrontare sono molto delicati: dal gruppo terroristico dello Stato islamico (Isis), alla violenza delle armi, fino alle divisioni razziali. Intanto il vice di Trump ha cercato di stemperare le tensioni. Se l’Fbi dovesse accertare che dietro l’hackeraggio delle mail del partito democratico ci fosse la Russia che sta cercando di pilotare le elezioni, allora ci “sarebbero serie conseguenze”, ha detto Mike Pence. Un commento più calibrato rispetto a quello di Trump che aveva definito la possibilità non sono “inverosimile” ma anche “ridicola”.