Usa 2020, Biden vince Mini Tuesday e ipoteca nomination dem

11 marzo 2020

Joe Biden ha vinto in misura molto convincente quattro dei sei Stati Usa dove gli elettori democratici hanno votato per le primarie di partito, ipotecando la nomination alla Casa Bianca e infliggendo un duro colpo al rivale Bernie Sanders. L’ex vice del presidente Barack Obama ha conquistato gli elettori di qualunque provenienza, vincendo senza fatica Missouri, Mississippi e Idaho, tre dei sei Stati dove si è votato nel Mini Tuesday, una settimana dopo il Super Tuesday nel quale 14 Stati hanno decretato la spettacolare rimonta di Biden e sgomberato il campo dagli avversari minori.

Ma soprattutto Biden ha vinto in Michigan, un simbolo per Sanders, che quattro anni fa aveva trionfato nello stato ex industriale conquistando credibilità e autorevolezza ai danni della candidata dell’establishment di partito Hillary Clinton, poi sconfitta dal repubblicano Donald Trump al voto di novembre. Ora il 77enne Biden ha la strada quasi spianata per arrivare al voto del 3 novembre, mentre quella del 78enne Sanders è diventata estremamente impervia. La sconfitta in uno stato dove quattro anni fa aveva vinto acuisce le pressioni sul senatore socialdemocratico del Vermont perchè si ritiri e contribuisca alla campagna del partito per infliggere una cocente sconfitta a Trump.

L’emergenza coronavirus, arrivata anche negli Usa con oltre mille casi, sembra aver favorito Biden: secondo un sondaggio di Edison Research nei sei stati dove si è votato ieri, due su tre si fidano più di lui che di Sanders per la gestione di una crisi. Con il 99% dei voti scrutinati, Biden ha ottenuto il 52,9% dei consensi in Michigan contro il 36,5% di Sanders. Ma è soprattuto l’affluenza, 1,7 milioni di votanti contro 1,2 milioni quattro anni fa, a fare la differenza. In Missouri Bidean ha ottenuto il 60,1% contro il 34,5% di Sanders, in Mississippi, dove è più forte l’elettorato nero che lo premia da sempre, addirittura l’81% contro il 14%. A Sanders la consolazione di aver vinto in North Dakota, con un vantaggio di sei punti percentuali, mentre nello stato di Washington, dove è ancora in corso lo spoglio delle schede, è testa a testa.

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Parlando a Philadelphia stanotte Biden ha ringraziato Sanders e i suoi sostenitori per la loro grande energia e passione e ha lanciato un appello all’unità del partito. “Abbiamo un obiettivo comune e insieme sconfiggeremo Donald Trump” ha detto, citando i suoi ex rivali Amy Klobuchar, Pete Buttigieg e Kamala Harris, che lo hanno appoggiato dopo essere usciti dalla gara per la Casa Bianca. “Vincere significa unire l’America, non seminare altra rabbia e altre divisioni”. Sanders stanotte è rientrato direttamente a casa in Vermont e a differenza di quanto ha sempre fatto non ha rilasciato dichiarazioni dopo il voto. Il Michigan è il più grande il più competitivo dei sei stati in palio nel Mini Tuesday di ieri, ma soprattutto un importante “swing state”, vinto a sorpresa di stretta misura da Donald Trump nel 2016, un risultato che insieme alle conquiste di Pennsylvania e Wisconsin lo paracadutò alla Casa Bianca.

Ora la corsa dem si sposta in stati quali Florida, Ohio e Georgia, dove Biden è chiaramente favorito. Entro fine mese i due terzi dei circa quattromila delegati che a luglio a Milwaukee sceglieranno il candidato democratico alla Casa Bianca saranno assegnati. A oggi Biden dispone di 823 delegati contro i 663 di Sanders sui 1.991 necessari per ottenere la nomination. La matematica ci dice che Joe è il nostro candidato alla nomination. Dobbiamo unire il partito” ha detto l’ex candidato Andrew Yang annunciando il suo endorsement a Biden. Alexandra Ocasio Cortez, giovane deputata dem tra le più ascoltate sostenitrici di Sanders, ha detto stanotte: “non c’è da indorare la pillola. E’ un serata difficile”.

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Entrambi i candidati ieri sera hanno disdetto i loro comizi a Cleveland, Ohio, per l’emergenza coronavirus che preoccupa i mercati e alimenta le critiche alla risposta dell’amministrazione Trump. Biden secondo gli exit poll stanotte ha vinto grazie al sostegno di uno spettro molto ampio di elettori, donne, afroamericani, ultra 45enni e iscritti al sindacato, insomma tutti tranne i liberal più convinti. In Michigan ha convinto le donne e gli operai bianchi, due gruppi di elettori che nel 2016 avevano sostenuto Sanders contro Clinton. Sanders ha sbaragliato tra i giovani sotto i 30 anni, i quali però rappresentano un fetta non sostanziosa dell’elettorato degli stati in palio ieri.

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