L’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina “e’ fatto” e ci sara’ “una cerimonia di firma con Xi” Jinping, il presidente cinese, il 15 gennaio. Parola del presidente americano, Donald Trump che con un tweet ha l’annuncio. “Firmerò il nostro grande e completo accordo commerciale di Fase Uno con la Cina il 15 gennaio – si legge -. La cerimonia avrà luogo alla Casa Bianca. Saranno presenti rappresentanti di alto livello della Cina. Più tardi andrò a Pechino, dove inizieranno i colloqui per la fase due”. Attesa da molti americani, temuta da Pechino, promessa da Donald Trump. La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e’ stata una delle battaglie politico-economiche piu’ influenti nel 2019 e proprio quest’anno ha toccato il suo picco.
Negli ultimi 12 mesi si sono intensificati gli scontri a colpi di dazi tra le due potenze commerciali piu’ importanti del mondo, che pero’ hanno dovuto riconoscere la necessita’ di una tregua: la cosiddetta “Fase Uno”, un accordo di massima raggiunto a dicembre – ma non ancora sottoscritto – che ha permesso a Pechino e Washington di consolidare i negoziati, con la promessa di una riduzione effettiva delle ostilita’. Un riavvicinamento delle parti che sembrava impossibile da prevedere non piu’ tardi della scorsa primavera, quando a maggio l’amministrazione Trump aveva decretato un aumento del 25% dei dazi sulla Cina, su prodotti dal valore complessivo di 200 miliardi. Una decisione che ha fatto seguito ai dazi gia’ imposti dagli USA nel luglio e nell’agosto 2018 (rispettivamente su prodotti cinesi per 34 miliardi e 16 miliardi di dollari) e nel settembre 2018, quando Trump annuncio’ un aumento del 10% su prodotti per un totale di 200 miliardi di dollari. A queste dichiarazioni di guerra, Pechino ha sempre risposto colpo su colpo. Prima pareggiando i dazi del luglio e dell’agosto 2018. Poi, aumentando del 10% le tariffe sui prodotti americani dal valore di 60 miliardi di dollari nel settembre 2018. Infine, applicando un +25% delle tariffe per beni statunitensi dal valore di 60 miliardi, nel giugno 2019.
LE TAPPE DELLA GUERRA
Ecco le principali tappe della disputa commerciale da marzo del 2018, tra turbolenze e schiarite:
2018 – 8 MARZO: IMPOSTA SU ACCIAIO, ALLUMINIO Il presidente Donald Trump annuncia tariffe del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% sull’alluminio da diversi paesi nel tentativo di ridurre l’enorme deficit commerciale degli Stati Uniti. Nel 2017 il deficit ha raggiunto 566 miliardi di dollari, di cui 375 miliardi di dollari con la Cina, il piu’ grande produttore mondiale di acciaio e alluminio.
– 22 MARZO: LA RISPOSTA DELLA CINA Alla vigilia della loro applicazione, Trump sospende le tariffe per diversi paesi ma non per la Cina. Pechino risponde con una lista di 128 prodotti statunitensi su cui si dice che imporra’ dazi doganali del 15-25% se i negoziati con Washington falliranno.
– 19 MAGGIO: SEGNI DI RICONCILIAZIONE I due paesi annunciano una bozza di accordo in base al quale Pechino accetta di ridurre “significativamente” il suo surplus commerciale. Nelle settimane successive, la Cina compie diversi gesti di conciliazione, riducendo i dazi doganali, eliminando le restrizioni e offrendo di acquistare beni statunitensi extra.
– 6 LUGLIO: RICOMINCIANO LE TENSIONI Nonostante i segnali distensivi, gli Stati Uniti, riaccendono le tensioni mettendo dazi del 25% su circa 34 miliardi di dollari di importazioni cinesi tra cui auto, dischi e componenti di aerei. Pechino risponde con tariffe di pari dimensioni e portata, anche su prodotti agricoli, automobili e prodotti navali.
– 23 AGOSTO: IL RILANCIO DI TRUMP Washington decide l’imposizione di tariffe su altri 16 miliardi di dollari di merci cinesi, esattamente il giorno dopo la ripresa dei negoziati. La Cina risponde con tariffe del 25% su 16 miliardi di dollari di merci americane, tra cui le moto Harley-Davidson, bourbon e il succo d’arancia.
– 24 SETTEMBRE: DA WASHINGTON ALTRI DAZI La Casa Bianca decide di mettere tariffe del 10% su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi. Pechino impone dazi doganali su 60 miliardi di dollari di merci americane.
– 1 DICEMBRE: LA TREGUA L’amministrazione Usa sospende per tre mesi l’aumento tariffario dal 10 al 25% che sarebbe dovuto scattare il 1 gennaio su 200 miliardi di dollari di merci cinesi. La Cina, dal canto suo, accetta di acquistare una quantita’ “molto consistente” di prodotti statunitensi e sospende per tre mesi, a partire dal 1 gennaio, tariffe aggiuntive per le automobili e i ricambi auto prodotti negli Stati Uniti. Allo stesso tempo permette le importazioni di riso americano.
2019 – 10 MAGGIO: RIPRENDONO LE OSTILITA’, OBIETTIVO HUAWEI Washington pone fine alla tregua, aumentando i dazi su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi. Trump apre un nuovo fronte nella guerra commerciale e il 15 maggio decide di impedire alle aziende americane l’utilizzo di apparecchiature di telecomunicazione straniere ritenute un rischio per la sicurezza. Una mossa contro il gigante cinese Huawei. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti annuncia anche il divieto per le aziende Usa che vendono o trasferiscono tecnologia statunitense a Huawei. Il 20 maggio tuttavia stabilisce una sospensione di 90 giorni del divieto.
– 29 GIUGNO: NUOVE NEGOZIAZIONI Al G20 di Osaka, Trump e il presidente Xi Jinping stabiliscono un cessate il fuoco. Washington si impegna a non imporre nuove tariffe e Trump dichiara che i negoziati commerciali sono “di nuovo in carreggiata”. I negoziatori americani e cinesi si incontrano a Shanghai il 30 e 31 luglio per colloqui che vengono definiti “costruttivi” e decidono di continuare le discussioni a settembre.
– 1 AGOSTO: NUOVE SANZIONI AMERICANE Accusando Pechino di non aver rispettato le promesse di acquistare prodotti agricoli Usa e fermare la vendita dell’oppioide fentanil, Trump annuncia tariffe del 10% su altri 300 miliardi in merci cinesi a partire dal 1 settembre. La decisione significa che praticamente tutti i 660 miliardi di dollari di scambi annuali tra le due maggiori economie del mondo saranno soggetti a dazi. Pechino minaccia contromisure.
– 5 AGOSTO: LA GUERRA VALUTARIA La Cina permette allo yuan di scendere sotto le 7,0 unita’ rispetto al dollaro per la prima volta in 11 anni. Washington accusa Pechino di manipolare la sua moneta per sostenere le sue esportazioni ma la Banca centrale cinese nega. I media statali cinesi annunciano che Pechino ha sospeso gli acquisti delle esportazioni agricole americane.
– 1 SETTEMBRE: TARIFFE INCROCIATE Diventano operative nuove tariffe al 15% su prodotti cinesi per un valore di 112 miliardi di dollari. E sempre dal primo settembre partono ‘i controdazi’ di Pechino, che porta dal 5 al 10% i dazi su alcuni prodotti Usa inclusi i semi di soia, le auto e il petrolio, per un giro d’affari di 75 miliardi di dollari. Sul fronte States, le nuove tariffe colpiscono 3.800 prodotti, il 60% dei quali di largo consumo (dai vestiti alle tv a schermo piatto, dagli elettrodomestici alle carni). Dal primo ottobre poi – secondo i piani dell’amministrazione Usa – i dazi del 25% gia’ in vigore su 250 miliardi di merci cinesi (soprattutto prodotti industriali o semilavorati) saliranno al 30%. E dal 15 dicembre gli Usa minacciano di applicare l’aliquota del 15% su altri 160 miliardi di import.
– 2 SETTEMBRE: IL RICORSO AL WTO La Cina presenta un ricorso al Wto contro gli Stati Uniti per gli ultimi dazi imposti.
– 12 SETTEMBRE: USA POSTICIPANO DAZI AL 15 OTTOBRE Trump annuncia lo slittamento di due settimane dell’aumento dei dazi sui beni cinesi importanti negli Usa per 250 miliardi di dollari. L’entrata in vigore delle nuove tariffe viene cosi’ posticipate dal primo al 15 ottobre prossimo.
– 11 OTTOBRE: NUOVA TREGUA E ‘FASE 1′ DELL’INTESA Trump annuncia dopo aver incontrato il vice presidente cinese Liu He, al termine della due giorni di negoziati a Washington: “Siamo arrivati alla fase uno di un accordo sostanzioso”. Congelati gli aumenti tariffari del 5% su 250 miliardi di beni cinesi importati negli Usa che sarebbero altrimenti scattati dal prossimo 15 ottobre. La parziale intesa comprende i servizi finanziari, i prodotti agricoli e progressi sul contenzioso relativo alla proprieta’ intellettuale. La Cina acconsente all’acquisto di prodotti agricoli statunitensi per 40-50 miliardi di dollari. Affrontato separatamente il nodo Huawei.
– 26 NOVEMBRE: STRETTA FINALE Usa e Cina sono alla “stretta finale” sul negoziato: “Sta andando molto bene, ma allo stesso tempo vorremmo che andasse altrettanto bene a Hong Kong”, dice Trump, dopo che i principali negoziatori di Washington e Pechino si sono sentiti telefonicamente per dare gli ultimi ritocchi alla Fase 1 dell’accordo.
– 28 NOVEMBRE: TRUMP FIRMA LEGGE CONTRO HONG KONG Il presidente Usa firma la legge a sostegno dei manifestanti pro democrazia a Hong Kong. Hong Kong esprime “estremo rammarico” e la Cina minaccia “dure contromisure”.
– 13 DICEMBRE: RAGGIUNTA FASE UNO DELL’INTESA L’accordo sospende l’introduzione di nuove tariffe, sia da parte degli Stati Uniti che della Cina, il 15 dicembre. Trump conferma la sospensione dei dazi al 15% su quasi 160 miliardi di dollari di prodotti made in China, a cui Pechino avrebbe risposto con tariffe su 3.300 prodotti statunitensi.
– 20 DICEMBRE: TRUMP SENTE XI, “Cina PRONTA ALL’ACCORDO Su Twitter Trump assicura: “Ho avuto un colloquio molto buono col presidente cinese Xi sul nostro gigantesco accordo commerciale. La Cina ha gia’ iniziato acquisti su vasta scala di prodotti agricoli e altro. Si sta organizzando la firma ufficiale” dell’accordo.
– 31 DICEMBRE: FIRMA FASE UNO ACCORDO CON Cina IL 15 GENNAIO La firma dell’accordo della fase uno sui rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina si terra’ il 15 gennaio prossimo alla Casa Bianca. Lo ha reso noto in un tweet il presidente americano, Donald Trump. La cerimonia avra’ luogo alla Casa Bianca. Saranno presenti rappresentanti di alto livello della Cina.