Il Comitato per l’Intelligence del Senato statunitense ha deciso di indagare sulla possibilità che la Russia abbia usato attività hacker per influenzare le elezioni presidenziali e interrogherà alti funzionari sia dell’amministrazione Obama che di quella Trump, in carica tra pochi giorni. I testimoni potranno essere convocati con un atto vincolante, ha precisato il presidente del Comitato, il repubblicano Richard Burr, appoggiato dal massimo esponente democratico, Mark Warner. “E’ cruciale avere un quadro completo sugli obiettivi delle attività di intelligence russe e del loro impatto sugli Stati Uniti”, sottolineano i membri del panel, che intendono operare in gran parte a porte chiuse, per non svelare eventuali informazioni classificate e di rilievo per la sicurezza dello Stato. La mossa chiama direttamente in causa il presidente eletto Donald Trump, che dal 20 gennaio sarà alla Casa Bianca e che ha respinto con forza le teorie di un ‘aiuto’ russo per la sua elezione.
TRUMP AMMETTE Trump ha ammesso di credere che ci sia la mano russa dietro l’intrusione hacker nel sistema informatico del partito democratico, quindi nella diffusione di e-mail che hanno contribuito a gettare una luce negativa sulla candidata Hillary Clinton. Ma a suo avviso “lo fanno tutti”, in particolare la Cina e dietro l’attività russa non c’era un’azione mirata a sbilanciare l’opinione pubblica americana a suo favore. Il Comitato per l’intelligence potrebbe esaminare anche il dossier più discusso e più scottante, quello secondo cui Trump sarebbe ricattabile da parte russa, perchè i servizi segreti moscoviti hanno in mano materiali compromettenti esplosivi, compresi video in cui assiste a particolari pratiche erotiche da parte di prostitute a Mosca e anche in Ucraina.
LE TELEFONATE All’intrigo russo in salsa elettorale si aggiungono ogni giorno dettagli. Il Washington Post ha appena rivelato che il consigliere di Trump per la sicurezza, Micheal Flynn, ha parlato al telefono con l’ambasciatore russo negli usa, Sergey Kislyak, svariate volte nei giorni precedenti all’annuncio del varo di misure punitive da parte dell’amministrazione Obama nei confronti della Russia. I due si avrebbero avuto una conversazione anche il giorno di Natale, per uno scambio di auguri e promesse di collaborazione. Poi, il 28 dicembre, sempre secondo il Washington Post hanno discusso i preparativi per una telefonata tra Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin. Attività che potrebbero essere giudicate non solo scorrette nello spirito, in quanto iniziativa di un’amministrazione non ancora insediata, ma nella sostanza, perchè in grado di intralciare il lavoro del governo in carica.