Usa-Cuba, svolta storica: si riaprono le relazioni diplomatiche
Importantissima svolta degli Stati Uniti che hanno deciso di ripristinare le relazioni diplomatiche con Cuba, interrotte mezzo secolo fa. Il presidente Barack Obama ne aveva discusso ieri al telefono con il presidente cubano Raul Castro, e oggi entrambi sono intervenuti in contemporanea per spiegare la storica decisione, giunta anche grazie alla mediazione, in prima persona, di Papa Francesco. L’accordo prevede tra l’altro l’alleggerimento delle sanzioni americane nei confronti dell’Avana e un primo sblocco degli scambi commerciali. Il disgelo, peraltro, è già entrato nel vivo con la liberazione di Alan Gross (foto), cittadino americano arrestato cinque anni a Cuba fa e oggi tornato negli Stati Uniti. Gli Usa, ha detto Obama, hanno deciso di porre fine a un approccio “datato” verso Cuba. “Isolare” l’isola cubana “ha avuto pochi effetti”, ha ammesso l’inquilino della Casa Bianca, facendo notare che “i Castro e il partito comunista” sono ancora al potere. Obama ha spiegato che fino ad ora “un ostacolo” ha impedito di venire meno delle ostilità esistenti tra le due nazioni da oltre 50 anni: l’arresto, cinque anni fa, di un cittadino americano, Alan Gross, finalmente liberato e tornato nel suo Paese. E inoltre – ha aggiunto – la Casa Bianca lavorerà con il Congresso per rimuovere l’embargo nei confronti di Cuba.
Alla fine del discorso Obama si è rivolto direttamenti ai cubani e parlando in spagnolo ha detto: “l’America tende una mano amica” perché “todos somos americanos”, ovvero “siamo tutti cittadini delle Americhe”, ed ha invitato ad andare oltre l’eredità del “colonialismo e del comunismo”. Allo stesso tempo, il presidente cubano Raul Castro, annunciando alla Tv di Stato il raggiungimento dell’accordo sul “ripristino delle relazioni diplomatiche” tra i due Paesi, e la liberazione, oltre all’americano Gross da parte de L’Avana, anche di tre cubani finora detenuti negli Stati Uniti, ha voluto specificare che la strada della riapertura delle relazioni commerciali è ancora lunga: “Questo (l’accordo odierno, ndr) non vuol dire che il (problema) principale, l’embargo economico, sia stato risolto”. Per rimuovere l’ostacolo rappresentato dalla detenzione di Gross a L’Avana, si era mosso ai massimi livelli anche il Pontefice, Bergoglio, come ha reso noto un comunicato della segreteria di Stato vaticana: “Nel corso degli ultimi mesi, il Santo Padre Francesco ha scritto al Presidente della Repubblica di Cuba, S.E. il Sig. Raúl Castro, ed al Presidente degli Stati Uniti, S.E. il Sig. Barack H. Obama, per invitarli a risolvere questioni umanitarie d’interesse comune, tra le quali la situazione di alcuni detenuti, al fine di avviare una nuova fase nei rapporti tra le due Parti”.
Le relazioni diplomatiche tra Washington e L’Avana furono interrotte durante la Guerra Fredda. Fu l’allora presidente John F. Kennedy (foto), ad adottare il 3 febbraio 1962 l’embargo contro l’isola caraibica. Allora il segno della sua imminente entrata in vigore fu una specifica richiesta fatta dal 35esimo inquilino della Casa Bianca al suo portavoce: comprare tutti i sigari a marchio H. Upmannche che poteva trovare a Cuba. Ne furono acquistati 1.200. Le restrizioni commerciali tra le due nazioni erano già in vigore con il suo predecessore, Dwight D. Eisenhower, ma fu appunto JFK a fare un passo avanti citando “l’offensiva sovversiva del comunismo sino-sovietico con cui il governo di Cuba è allineato pubblicamente”. La misura divenne effettiva entro i quattro giorni successivi, quasi un anno dopo dal celebre sbarco nella Baia dei Porci, la fallita operazione militare statunitense appoggiata dalla Cia per rovesciare il governo di Fidel Castro, e otto mesi prima i tentativi sovietici di mettere missili nucleari sull’isola. Con la riconciliazione con l’ex presidente Fidel Castro e il suo successore attualmente in carica, il fratello Raul Castro (salito al potere nel 2008), gli Stati Uniti potrebbero diventare il partner commerciale numero uno dell’isola. Cuba dista solo 144 chilometri dalla Florida.