Oltre a questo ci sono molti lettori che per primi avevano iniziato a comprare ebook che stanno ritornando alla carta o a entrambi i supporti. Detto questo, un altro elemento interessante che oggi fa pensare come la carta continuerà a esistere ancora per molto tempo è il fatto che i libri in versione digitale rappresentano circa il 20% del mercato. La stessa percentuale di alcuni anni fa. Di fatto nell’editoria non è ancora avvenuta la rivoluzione che ha trasformato il settore dei video e della musica. E anche i primi tentativi di andare nella direzione di Netflix e di Pandora sono falliti. Da ultimo c’è l’esempio di Oyster, il servizio che dava la possibilità di leggere senza alcun limite pagando un abbonamento di 9,95 dollari al mese. Il gruppo di New York lunedì ha annunciato che chiuderà il servizio a breve. Inoltre le vendite di ebook reader sono scese, e secondo diversi sondaggi anche i giovani lettori (che sono nativi digitali) preferiscono la carta.
Un momento molto positivo soprattutto per le librerie indipendenti o specializzate che negli Stati Uniti stanno mostrando segni di forza, dopo aver sofferto per l’arrivo di Amazon. L’American Booksellers Association sostiene che nel 2015 le librerie indipendenti iscritte sono salite a quota 2.227 contro le 1.660 di cinque anni fa. Questi però, scrive il New York Times, sono solo segnali ed è ancora troppo presto per dire che la rivoluzione digitale dell’editoria sia fallita. Stano arrivando nuovi dispositivi sempre meno costosi (l’ultimo tablet di Amazon costa 50 dollari, il primo Kindle costava 400 dollari). E ancora Amazon offre l’accesso a oltre 1 milione di titoli per 10 dollari al mese. Quindi questa crisi digitale potrebbe essere solo una pausa e forse i lettori del futuro snobberanno anche i tablet e gli ebook reader e preferiranno i loro smartphone. E magari la carta scomparirà per sempre. Ma quella delle profezie è solo una materia empirica, non certo una scienza perfetta.