Una richiesta di impeachment del presidente Joe Biden per aver abusato della sua posizione per favorire gli affari del figlio Hunter in Ucraina: questa l’agenda dei Repubblicani in caso di vittoria alle elezioni di midterm, secondo una delle principali esponenti dell’ala più reazionaria e filotrumpiana del GOP, Marjorie Taylor Greene. Greene, in un lungo articolo pubblicato su The New York Times, sostiene di averne parlato con il leader dei Repubblicani alla Camera dei Rappresentanti, Kevin McCarthy, il quale sarebbe sostanzialmente d’accordo a procedere purché vi siano delle prove certe. Greene preferirebbe un approccio più aggressivo: “Credo che per essere un bravo speaker e favorire la base mi darà carta bianca. E se non lo fa la base ne sarà molto scontenta, e non è una minaccia, è semplicemente la realtà”. La traiettoria politica di Greene – che si definisce “una cristiana nazionalista” – illustra alla perfezione l’involuzione di un partito Repubblicano schierato sempre più a destra di un partito Democratico che in termini europei rimane essenzialmente centrista.
Da confinata ai margini estremi del partito, infatti, si è andata progressivamente avvicinando alle posizioni mainstream del GOP, e senza cambiare di una virgola le proprie opinioni – spesso cospirazioniste – ma anzi trovando nel 2021 oltre 7,4 milioni di dollari di donazioni, quarta in classifica fra tutti i 212 rappresentanti Repubblicani al Congresso, e senza il contributo delle corporation. Oltre all’impeachment di Biden (nonché del Segretario alla Giustizia Merrick Garland) e alla ferma convinzione che Trump abbia vinto le elezioni del 2020, la sua agenda politica prevede “un governo cristiano”, il ritorno della preghiera nelle aule scolastiche, l’espulsione dal Congresso degli “ex comunisti” (fra cui, a suo dire, vi sarebbe Alexandra Ocasio Cortez) e il taglio dei fondi all’Fbi dopo la perquisizione della residenza di Trump a Mar-a-lago.
Inoltre, crede che l’aborto debba essere vietato e le leggi sul controllo delle armi da fuoco abolite, così come tutte le regolamentazioni sui cambiamenti climatici, dal momento che “il clima è sempre cambiato e nessuna tassa o governo può impedirlo”. Il segreto della sua carriera e della sua vittoria in Georgia nel 2021 è essenzialmente la fedeltà a Donald Trump – corre voce che le abbia persino chiesto di correre come vicepresidente nel 2024, malgrado sia difficile pensare che il partito possa accettare un simile ticket, osserva il Nyt. Una parte del GOP infatti continua a pensare che una deriva populista come quella trumpiana, alimentata da teorie della cospirazione e dalla costante demonizzazione dell’avversario sia alla lunga politicamente insostenibile: ma l’ultima parola spetta alla base e personaggi come Greene hanno sempre più presa a scapito di candidati più moderati. In base a un recente sondaggio, il 36% degli elettori che si dichiarano Repubblicani sono ancora convinti che il risultato del voto presidenziale del 2020 sia stato manipolato a favore di Biden: il bacino elettorale del “Make America Great Again” rimane per il GOP la chiave del potere e finché sarà così la politica del partito non potrà ignorarla.