Usa-Nordcorea, apertura di Tillerson accolta dalla Cina con cautela

Usa-Nordcorea, apertura di Tillerson accolta dalla Cina con cautela
Il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson
13 dicembre 2017

All’indomani dell’apertura del segretario di Stato Rex Tillerson a un incontro negoziale con la Corea del Nord “senza precondizioni”, le reazioni internazionali a questa possibile svolta sono positive, ma anche molto prudenti. C’è apprezzamento per la posizione assunta dal numero uno del Dipartimento di Stato, ma anche incertezza sull’uniformità di queste dichiarazioni con la volontà del presidente Usa Donald Trump. I diretti interessati nordcoreani, dal canto loro, per ora non recepiscono la proposta Tillerson ma, anzi, oggi il quotidiano ufficiale del Partito dei lavoratori coreani Rodong sinmun pubblica un ennesimo attacco verbale contro Washington, senza citare il capo della diplomazia americana. “Siamo pronti ad avere il primo incontro senza precondizioni”, ha detto Tillerson in una riunione del forum politico del Consiglio atlantico. “Non è realistico – ha continuato – dire che parliamo solo se verranno al tavolo pronti a rinunciare ai loro programmi. Devono averci molto investito”. Si tratta di un cambiamento considerevole rispetto alle precedenti posizioni assunte da Washington, che finora ha posto il disarmo nucleare come precondizione per trattare. Non è ancora chiaro cosa pensi, però, il presidente Trump, non nuovo a smentite del suo uomo al Dipartimento di Stato e, in passato, a smorzare gli entusiasmi su possibili negoziati, arrivando a sostenere che trattare con Pyongyang sia “una perdita di tempo”. Mosca ha espresso un prudente apprezzamento. Il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha parlato di “una dichiarazione costruttiva” che “indubbiamente va salutata con favore”. E ha continuato: “Possiamo dire che tali affermazioni costruttive suscitano molta più ammirazione della retorica conflittuale che abbiamo sentito usare sino ad ora”.

La Cina, il principale alleato della Corea del Nord, ha espresso un cauto apprezzamento per bocca del portavoce del ministero degli Esteri. Lu Kang ha detto: “Noi accogliamo tutti gli sforzi che portino ad alleggerire le tensioni e a risolvere le differenze attraverso il dialogo”. Pechino sembra comunque prendere con le molle la dichiarazione di Tillerson. “Davvero Washington ha fatto un cambiamento di atteggiamento così importante rispetto a Pyongyang?” si chiede oggi in un editoriale il Global Times, una voce ufficiale del Partito comunista cinese. Il giornale è scettico: “Potrebbe essere nulla di più di una dimostrazione di buona volontà di Tillerson e del Dipartimento di Stato. Forse non funzionerà col presidente Usa Donald Trump. Ci sono diverse interpretazioni e, tra queste, anche analisi secondo le quali il Dipartimento di Stato e quello alla Difesa stiano facendo il gioco ‘del poliziotto buono e del poliziotto cattivo’. L’appello di Tillerson per i colloqui non modifica il piano militare di Washington per la Corea del Nord”. Pyongyang, dal canto suo, per il momento non dà alcun giudizio sulla proposta Tillerson. Oggi il Rodong sinmun, anzi, pubblica un ulteriore attacco verbale agli Usa. “La cricca Trump è in una situazione per la quale dovrà bere l’amaro calice della sconfitta in caso di conflitto nucleare tra la Repbblica democratica popolare di Corea”, scrive il giornale. “Le autorità Usa, tra le quali Trump, dovrebbero capire chiaramente la realtà, sebbene in ritardo, e fare la scelta più saggia prima di dover affrontare grandi disgrazie e la distruzione”. askanews

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