Usa-Russia, da Guerra Fredda a cibernetica. Washington, stufi di attacchi hacker. Mosca: minacce senza precedenti

Usa-Russia, da Guerra Fredda a cibernetica. Washington, stufi di attacchi hacker. Mosca: minacce senza precedenti
15 ottobre 2016

Dal clima da Guerra Fredda in cui erano risprofondate le relazioni tra Usa e Russia, dopo l’annessione della penisola ucraina di Crimea a marzo del 2014 da parte di Mosca, il conflitto  – in questo ultimo periodo  – e’ iniziato a farsi caldo e a combattersi – per ora – sui campi di guerra cibernetici con minacce di rappresaglie e contromisure da entrambe le parti. Il tutto con sullo sfondo negli Usa il timore – il terrore in casa democratica – che Mosca possa effettivamente riuscire ad alterare l’esito delle votazioni (sono stati violati anche i registri elettorali di alcuni Stati) per le presidenziali dell’8 novembre per favorire il suo presunto ‘amico’ Donald Trump. Il vice presidente Joe Biden ha annunciato che Washington era stufa dei ripetuti attacchi di hacker che, su imput di Mosca, hanno interferito nel processo elettorale americano e che “stiamo per mandare un messaggio” al presidente russo Vladimir Putin. “Abbiamo la capacita di farlo e il messaggio sara’ inviato. Lui sara’ in grado di riconoscerlo e questo avverra’ quando decideremo noi e nelle circostanze che avranno il maggior impatto possibile” ha intimato Biden nel corso di un’intervista senza abbandonare mai l’abituale sorriso tranquillo che contraddistingue le sue dichiarazioni piu’ incisive. Biden ha cosi’ risposto alla domanda perche’ gli Usa non avevano ancora reagito dopo aver accusato Mosca, venerdi’ scorso, di aver hackerato le reti americane.

Il riferimento e’ sia alla violazione della rete del partito democratico (che portarono alle dimissioni del presidente Debbie Wasserman Schultz alla convention di luglio quando vennero diffuse le sue mail da cui emergeva come tutto il partito sostenesse Hillary Clinton contro il rivale Bernie Sanders) che alla serie di circa 20.000 mail dell’ex segretario di Stato (parte delle 33.000 su 60.000 mail che l’ex first lady non consegno’ mai al dipartimento di Stato, sostenendo che erano state distrutte in quanto private) fatte filtrare da Wikileaks in questi giorni. Mail che l’organizzazione di Julian Assange – che ritiene Clinton la sua nemica n.1 – divulghera’ a puntate fino all’8 novembre. A qualche ora di distanza dall’intervista di Biden, la notizia, fatta filtrare sempre dalla Nbc, che la Cia – aiutata probabilmente dal Pentagono e dalla National Security Agency (Nsa), il grande orecchio Usa – ha ricevuto l’ordine di agire dall’amministrazione Obama colpendo Mosca con un attacco cibernetico ‘coperto’ senza precedenti. A Langley (il quartier generale della Central Intelligency Agency in Virginia) e’ stato chiesto di fornire alla Casa Bianca) una serie di alternative per operazioni “clandestine” di hackeraggio per colpire e imbarazzare il Cremlino. Secondo fonti Cia citate dalla Nbc gli agenti hanno gia iniziato ad aprire “cyber doors” (porte nelle reti protette) nelle istituzioni russe, a selezionare obiettivi. Il traguardo e’ smascherare operazioni che esporrebbero al ‘pubblico ludibrio’ lo stesso Putin, considerato da James Clapper, direttore della National Intelligence (l’agenzia che coordina le 16 agenzia di spionaggio Usa) l’unico a poter aver ordinato un attacco cosi’ in profondita’ contro gli Usa.

In sintesi Washington punta a far emergere una versione ancora piu’ imbarazzante dei cosiddetti ‘Panama Papers’ (i conti offshore gestiti dalla banca Mossack Fonseca) in cui, tra i tanti clienti vip, c’era anche il nome dell’amico fraterno dell presidente russo, il violoncellista Serghei Roldugin (padrino di una delle figlie del presidente russo). Roldugin che appariva titolare inspiegabilmente di conti per un controvalore stimato di 2 miliardi di dollari. L’ultima parola su quando e come colpire spetta al “commander in chief” (l’appellativo militaresco che contraddistingue il presidente degli Stati Uniti in qualita’ di capo effettivo delle forze armate americane). La reazione di Mosca non si e’ fatta attendere: “Le minacce dirette contro Mosca e la nostra leadership sono senza precedenti, anche perche’ espresse a livello di un vicepresidente”. Cosi’ il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov ha replicato a Biden. Secondo quanto riferisce Ria Novosti, Peskov ha aggiunto che Mosca prendera’ tutte le misure che riterra’ necessarie per difendere “i propri interessi” da “questa crescente aggressivita’ e imprevedibilita’ degli Stati Uniti”. Ancora piu’ duro il rappresentante speciale del presidente russo per la cooperazione internazionale sulla sicurezza informatica, Andrei Krutskikh, secondo il quale gli Stati Uniti “stanno giocando con il fuoco” e nessuna loro azione restera’ senza risposta. “Gli Stati Uniti stanno preparando una guerra informatica e vogliono spaventarci? Cio’ e’ ingenuo e irresponsabile da parte loro. Stanno provando a giocare con il fuoco ma potrebbero incendiare la casa”, ha detto l’incaricato del Cremlino. “Non una singola azione contro la Russia rimarra’ impunita”, ha aggiunto. “Invece di sdrammatizzare la situazione e provare a raggiungere un accordo affinche’ tutto cio’ non accada mai piu’, ci stanno minacciando. Cio’ e’ sfacciato, rozzo e stupido”, ha concluso Krutskikh.

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