“Usati e abbandonati, siamo carne da macello. Lo Stato ha fallito”

di Enzo Marino

Vive perennemente sorvegliato perché, in passato, ha contribuito a smantellare una cosca agrigentina. Vive sotto scorta da anni, come se fosse un prigioniero. Tuttavia, non si è mai arreso, nemmeno quando si è sentito lasciato solo dallo Stato. Ma ora, Ignazio Cutrò, sembra sprofondare nello sconforto. Eloquente lo sfogo odierno dell’imprenditore di Bivona ai microfoni di ‘Inviato speciale’, trasmissione di Radiouno. “Usati e abbandonati, siamo carne da macello – chiosa -. Morti che camminano e sfido chiunque a dire che non e’ cosi'”. Un fiume in piena: “Io continuo a dire a imprenditori e commercianti di denunciare, ma loro guardano e riflettono e vedendo storie come la mia comprensibilmente si scoraggiano. Non e’ accettabile”. Fino a qualche settimana fa, Cutrò appariva più fiducioso. In particolare, quando era stato firmato il protocollo d’intesa tra il governatore Crocetta e il viceministro dell’Interno Bubbico, in merito alla protezione dei testimoni di giustizia e l’assunzione come dipendenti da parte della Regione Sicilia.

Queste erano state le affermazioni del presidente dell’Associazione nazionale testimoni di giustizia: “Finalmente lustro e dignità ci vengono riconosciuti. Da domani i testimoni di giustizia potranno essere assunti nelle pubbliche amministrazioni. E’ una vittoria di cittadini e istituzioni, ora aspettiamo di capire come verranno affrontati i problemi su scorte e trasferimenti”. Oggi si tuffa nella disperazione. Tuttavia, non demorde, e sempre ai microfoni della trasmissione radiofonica, dice di avere un sogno: “L’ho detto anche alle autorita’: che i testimoni di giustizia costretti ad allontanarsi tornino in Sicilia dove la mafia e’ nata e continua a minacciare. Mi e’ stato detto che non e’ possibile, che e’ meglio per la loro sicurezza, che stiano fuori. In questo senso, siamo di fronte a una sconfitta dello Stato”. Per Cutrò sembra non esserci luce all’orizzonte.

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