Cronaca

Vaccini AstraZeneca, Ema riconoscerà il legame con la trombosi cerebrale

Stanno facendo molto rumore, in queste ore sui media europei, le affermazioni del responsabile dell’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali) per le Minacce biologiche e la Strategia dei vaccini, Marco Cavaleri, secondo cui sarebbe ormai verificato un legame di causa-effetto fra la somministrazione dei vaccini anti Covid di AstraZeneca e alcuni casi molto rari, riportati nelle persone vaccinate, di coaguli nel sangue che interessano la vena cerebrale (“Trombosi venosa cerebrale”), associati a un basso numero di piastrine (“Trombocitopenia”). Cavaleri ne ha parlato con sorprendente precisione in una intervista al Messaggero, in cui ha praticamente anticipato il parere scientifico che l’Ema pubblicherà domani pomeriggio. Non si tratta di una contraddizione rispetto alle precedenti posizioni dell’Ema. Il 18 marzo scorso, l’Agenzia aveva escluso un legame causale fra la vaccinazione e alcuni eventi più generali di trombosi (che hanno un’incidenza molto maggiore nella popolazione, vaccinata e no), ma aveva anche avvertito che questo legame non poteva essere escluso invece per alcuni casi di trombosi cerebrale, associati a trombocitopenia. E aveva annunciato che per questi casi specifici, rarissimi (da 2 a 5 casi per milione all’anno), avrebbe continuato a indagare.

Le prime conclusioni dell’indagine saranno pubblicate dall’Ema domani pomeriggio, secondo quanto ha riferito oggi sul suo account Twitter la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides. Ma Cavaleri nell’intervista al Messaggero non lascia adito a dubbi: “Secondo me ormai possiamo dirlo, è chiaro che c’è un’associazione con il vaccino”, ha affermato. “Cosa causi questa reazione, però – ha continuato -, ancora non lo sappiamo. Queste trombosi cerebrali con carenza di piastrine sembrano essere l’evento principale da approfondire. In sintesi: nelle prossime ore diremo che il collegamento c’è”, ha sottolineato Cavaleri, aggiungendo che “come questo avviene dobbiamo però ancora capirlo”. Il dirigente dell’Ema ha spiegato, per esempio, che non si sa se l’insorgere di questi casi di trombosi cerebrali sia “legato al vettore virale”, presente nel vaccino AstraZeneca, e ha precisato che, se così fosse, “questo implicherebbe la valutazione di altri vaccini di quel tipo”. Come quello di Johnson & Johnson, già approvato, che sta per arrivare sul mercato dell’Ue. La situazione è diversa per i vaccini come Pfizer-BioNTech e Moderna, che utilizzano l’RNA messaggero invece del vettore virale.

“Tra i vaccinati c’è un numero di casi di trombosi cerebrali con carenza piastrinica tra persone giovani superiore a quello che ci aspetteremmo. Questo lo dovremo dire”, ha riferito ancora Cavaleri nell’intervista. Questa conclusione è opposta a quella tratta dall’Ema per i casi più generali di trombosi, per i quali tra le persone vaccinate è stata registrata un’incidenza simile, se non addirittura inferiore, a quella riscontrabile nella popolazione complessiva. Questo spiega perché l’Agenzia sia pronta stavolta a riconoscere il legame causale. La trombosi cerebrale con carenza di piastrine sarà dunque indicata come un possibile, per quanto rarissimo, nuovo effetto collaterale della vaccinazione con i prodotti di AstraZeneca, e forse in generale con i vaccini a vettore virale. Quanto al fatto che possano essere già indicate delle categorie, o fasce di età, della popolazione più a rischio, Cavaleri ha affermato che “questa settimana”, nella nuova valutazione dell’Ema, “difficilmente arriveremo a indicare dei limiti di età come hanno fatto vari paesi”.

Nell’Ue, l’Olanda ha sospeso la somministrazione dei vaccini AstraZeneca per tutti, mentre restrizioni per fasce di età sotto i 55 o i 60 anni sono state decise in altri Stati membri, come Francia e Germania. Le decisioni se usare o no il principio di precauzione, con misure più restrittive di quanto previsto dall’Ema, sono comunque di competenza nazionale. Il responsabile per la strategia dei vaccini dell’Ema ha implicitamente ammesso che in alcuni casi queste restrizioni potrebbero essere motivate: ad esempio, “le giovani donne, spesso protagoniste dei casi di trombosi, patiscono meno l’effetto del Covid-19; dovremo valutare dunque il rapporto rischi-benefici per loro”, anche se, comunque, non sono mancati casi di giovani pazienti finite in terapia intensiva, ha ricordato. Inoltre, Cavaleri ha confermato che i rari eventi di trombosi cerebrale legati al vaccino hanno colpito soprattutto donne sotto i 55 anni, ma ha puntualizzato che ci sono stati casi anche fra i 55 e i 60 anni e “ci sono anche uomini, circa il 20%), con una età media “attorno ai 45-47 anni”. “Servirà un lavoro molto meticoloso – ha concluso – per capire se il rapporto rischi-benefici è a favore del vaccino per tutte le età”.

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redazione