Il labirinto bianco coprì come un sudario le rovine del sisma, ricordando con le fenditure del Cretto l’evento distruttivo e offrendo alla comunità la dimensione simbolica di un nuovo inizio. I lavori, avviati nel 1985 e interrotti nel 1989, coprirono circa 66.000 metri quadri a fronte dei 86.000 metri quadri previsti. In occasione del centenario della nascita di Burri, la Regione Sicilia, il Comune di Gibellina, la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri hanno deciso di completare questa grande opera, senza eguali nel panorama artistico internazionale. La seconda fase dei lavori prevede l opera di restauro completo del Cretto, già finanziata e in attesa di imminente avvio. Diversamente da un paesaggio naturale, nel Cretto la frattura regolata, accompagnata, composta non parla più degli elementi scatenanti forze ignote o catastrofi incipienti, ma diviene specchio del pensiero, della sua domanda insistente, assetata, inappagabile. Lo spazio del Cretto obbliga lo sguardo a percorrere le sue fratture come il viandante dentro le vie di una città abbandonata. Il Grande Cretto evoca tanto la catastrofe avvenuta quanto l’inestinguibilità della memoria.