Una vivace protesta ha animato le strade di Napoli in occasione della presentazione del libro “Il mondo al contrario” di Roberto Vannacci, generale e candidato alle elezioni europee nelle liste della Lega. Il gruppo “Che Fatt Pride”, tra i promotori della contestazione, ha espresso ferme condanne nei confronti di Vannacci, accusandolo di propagare un linguaggio di odio e violenza estrema per raccogliere voti.
La manifestazione, caratterizzata dallo slogan “Cacciamolo”, ha visto la partecipazione attiva della comunità LGBTQI+ e la presenza di cartelli che chiedevano di rovesciare Vannacci simbolicamente. Le vie della città partenopea sono state attraversate dai contestatori, che si sono diretti verso il teatro dove si svolgeva l’evento, ma sono stati fermati dalle forze dell’ordine prima di poter raggiungere il luogo della presentazione. Jonathan, portavoce del gruppo, ha sottolineato la pericolosità della candidatura di Vannacci, definendolo un “generale in politica”, sottolineando come storicamente tale figura non abbia portato benefici. Davide ha aggiunto che Vannacci rappresenta valori retrogradi e discriminatori, come l’omofobia e il sessismo, che non hanno spazio nella società civile.
Tuttavia, Vannacci ha respinto le accuse, affermando anche di non considerare divisiva la sua candidatura all’interno della Lega Nord e di rappresentare valori quali patria, confini, sicurezza e identità. Ha inoltre dichiarato di essere un candidato indipendente. Intanto, il segretario generale del Sindacato dei militari ha sollevato dubbi sulla sua eleggibilità, citando regolamenti che vietano ai generali in carica di candidarsi nelle circoscrizioni dove esercitano il comando. Il Ministero della Difesa, dal canto suo, ha emesso una nota in cui ha precisato che, secondo le verifiche effettuate, non vi sono state violazioni del codice dell’ordinamento militare riguardo all’eleggibilità di Vannacci. “Fatta salva la competenza del Ministero dell’Interno in merito all’eleggibilità di un candidato (qualsiasi), il Ministero della Difesa non ritiene vi siano state violazioni del codice dell`ordinamento militare” recita la nota.