Varato Def e rinvio pareggio di bilancio
Lo scoglio più pericoloso è stato superato. Il governo ha ottenuto il sì di Palazzo Madama sul Documento di Economia e Finanza e sul rinvio al 2016 del raggiungimento del pareggio di bilancio, che era stato invece concordato con Bruxelles a partire dal 2015. Ieri il ministro Padoan aveva scritto alla Commissione europea la lettera in cui comunicava la decisione del posticipo di un anno, ottenendo come risposta un secco “prendiamo atto”. Sulla mossa, che servirà a rallentare il rientro del debito dell’Italia e avere più margine di manovra per le politiche di sostegno all’economia (fermo restando il rispetto del vincolo del 3 per cento del rapporto deficit-Pil), era necessaria l’approvazione delle Camere a maggioranza assoluta.
Visti i numeri più stretti proprio a Palazzo Madama, il Pd ha praticamente obbligato i senatori dem alla presenza in Aula oggi, onde evitare spiacevoli sorprese per il governo, impegnato in queste ore nella messa a punto del decreto sul bonus per gli 80 euro in busta paga – in arrivo domani al Consiglio dei ministri – e nella delicatissima trattativa con le istituzioni di Bruxelles. L’aula del Senato ha approvato lo slittamento del pareggio di bilancio al 2016 con 170 voti a favore (161 erano quelli necessari), 87contrari e un astenuto. A favore si era espressa anche Sel. Contro hanno votato i 5 Stelle, Forza Italia e il gruppo della Lega Nord, a eccezione del vicepresidente del Senato Roberto Calderoli.
L’Assemblea dei senatori ha approvato anche la risoluzione sul Def. I voti favorevoli alla risoluzione, presentata dai capogruppo di maggioranza sono stati 156, 92 quelli contrari e due le astensioni. In questo caso bastava la maggioranza semplice. I due provvedimenti sono poi passati all’esame della Camera, dove i numeri per il governo sono più larghi, ma dove è stata battagliera l’opposizione guidata da Renato Brunetta. “Apprendo che il Def è stato approvato al Senato con 156 voti di maggioranza, laddove la risoluzione sullo scostamento, altro documento non affatto di carattere tecnico ma politico, approvato con 170 voti con una maggioranza risicata del governo e con l’aiuto di una decina voti da parte di alcune sedicenti opposizioni”, ha affermato il capogruppo di Fi alla Camera nel corso delle dichiarazioni di voto sul Def.
Di fatto, ha aggiunto, “il governo non ha la maggioranza assoluta in una delle nostre assemblee, al Senato. Questo la dice lunga sullo stato di salute del governo”. L’aula della Camera ha comunque approvato a maggioranza assoluta la richiesta di autorizzazione a far slittare al 2016 l’obiettivo di medio termine per il pareggio di bilancio con 373 deputati favorevoli, 114 contrari e quattro astenuti. Sì da Montecitorio anche al Def, con 348 sì e 143 no. Adesso che il piano di politica economica del governo ha ottenuto l’ok del Parlamento, la Commissione Ue potrà pronunciarsi sui tagli previsti alla spesa e alle tasse. E valutare la possibilità di concedere il rinvio di un anno sugli obiettivi di bilancio. (Il Tempo)