Vaticano-Francia, trapela cautela su rifiuto a ambasciatore d’Oltralpe gay
Il Papa si sarebbe “preso il tempo di interrogare Laurent Stefanini al fine di comprendere meglio le intenzioni del diplomatico”
Trapelano cautela e puntualizzazioni, in Vaticano e in Francia, sulla ricostruzione dell’incontro riservato durante il quale Papa Francesco avrebbe comunicato di persona a Laurent Stefanini (foto), ambasciatore designato da Parigi per la rappresentanza presso la Santa Sede, cattolico praticante, il rifiuto della Santa Sede di concedere l’agreement diplomatico in ragione – è l’argomento evocato – della sua omosessualità. Indicato dal governo di Francois Hollande a inizio gennaio, Stefanini, 54 anni, è l’attuale capo del protocollo dell’Eliseo, ed ha già svolto brillantemente il ruolo di primo consigliere nella stessa ambasciata presso la Santa Sede, dal 2000 al 2005. L’ambasciatore uscente, Bruno Joubert, che Francois Hollande eredita da Nicolas Sarkozy, ha lasciato Roma già a marzo. L’agreement vaticano, però, non è arrivato. E il 5 febbraio, a quanto emerso successivamente, il nunzio apostolico in Francia, mons. Luigi Ventura, riceveva Stefanini per chiedergli di fare discretamente un passo indietro. Iniziativa promossa non è chiaro da chi, dato che il ministro degli Esteri della Santa Sede, il monsignore britannico Richard Paul Gallagher, pur nominato a novembre in sostituzione del corso Dominique Mamberti, comparve servizio in segreteria di Stato – lo riferì l’Osservatore Romano – proprio quel giorno, in occasione dell’udienza del Papa al presidente di isola della micronesia. La vicenda, di lì a qualche giorno, è esplosa sui giornali d’Oltralpe e sarebbe arrivata solo allora all’orecchio del Papa.
Il Vaticano, di certo, non ha mai commentato ufficialmente la vicenda, e i maggiorenti della Segreteria di Stato si sono sempre trincerati, ancora negli ultimi giorni, in un impenetrabile “no comment” su tutta la vicenda. Nel frattempo, il settimanale Le canard enchainée, storica testata satirica con buone fonti nel mondo dell’amministrazione pubblica e della diplomazia, ha scritto ieri – e anticipato nei giorni precedenti – che Stefanini era stato ricevuto sabato da Papa Francesco. La fuga di notizie, che avrebbe irritato non poco i due protagonisti dell’incontro, non è stata confermata dal Vaticano. Secondo il giornale francese, Bergoglio avrebbe spiegato a Stefanini di “non avere nulla contro la sua persona” ma di non aver apprezzato la legge francese sul matrimonio omosessuale e “i metodi dell’Eliseo che hanno tentato di forzare la mano” sulla nomina. Secondo il Canard, infine, l’Eliseo avrebbe preso in considerazione di ritirare Stefanini e proporre un altro candidato. Ipotesi smentita dall’Eliseo. E, dopo un silenzio di 24 ore, il portavoce del governo francese, il ministro Stephane Le Foll, ha confermato, in risposta ad una domande di un briefing che si è svolto ieri, l’incontro tra il Papa e l’ambasciatore designato. Ma – ha aggiunto – “non dò credito” alle altre informazioni contenute nell’articolo: “Restiamo dove siamo, c’è un candidato presentato dalla Francia e per ora attendiamo, dopo le discusisoni normali e il tempo necessario allo studio di questa candidatura, la risposta che ci darà il Vaticano”. Punto.
L’agenzia stampa francese I.Media, specializzata in informazione vaticana, riporta, oggi, che durante l’incontro tra il Papa e Stefanini, avvenuto non già sabato, ma venerdì, e durato non già un quarto d’ora, ma quaranta minuti, “il Papa e il suo ospite hanno avuto uno scambio in un clima particolarmente cordiale, o affettuoso e denso di spiritualità”. Nel corso dell’udienza riservata il Papa si sarebbe “preso il tempo di interrogare Laurent Stefanini al fine di comprendere meglio le intenzioni del diplomatico”, il quale, peraltro, vive da sempre con discrezione e senza rivendicazioni la sua omosessualità. “I due uomini avrebbero anche preso il tempo, su iniziativa del Papa, di pregare insieme”. Di più non è dato sapere. Di certo, aleggia su tutta la vicenda un non-detto che sembra esulare dalla persona dell’ambasciatore designato. Di certo la Santa Sede si trova in una situazione molto delicata, nella quale qualsiasi decisione suscita critiche e problemi diplomatici. Di certo Palazzo apostolico e Eliseo non vogliono rovinare i rapporti, tanto più in vista della pubblicazione dell’enciclica ecologia di Bergoglio, prima dell’estate, a pochi mesi dal vertice Onu sull’ambiente che Parigi ospiterà a dicembre, come dimostra anche il fatto che l’inviato per l’ambiente di Francois Hollande, Nicolas Hulot, sarà ospite a giugno del padiglione della Santa Sede all’Expo di Milano. E di certo, come ha spiegato lo storico francese del papato Philippe Levillain a Liberation, “avere ottenuto un incontro con il Papa è un segno raro di considerazione”. Che Jorge Mario Bergoglio ha voluto riservare, prima di ogni decisione, ad una persona che, a prescindere dall’orientamento omosessuale, è finito nel tritacarne delle veline e delle inettitudini (o manovre) diplomatiche.