Vegas, in arrivo stretta monetaria

Vegas, in arrivo stretta monetaria
9 maggio 2017

Un appello all’Europa, un avvertimento all’Italia, un consiglio alle banche. Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, nel suo ultimo discorso al mercato finanziario (il suo mandato settennale scadra’ a fine 2017), piu’ che ai bilanci del passato ha guardato al futuro, alle sfide da affrontare e alle opportunita’ da cogliere. All’Italia ha chiesto di predisporsi a una stretta monetaria perche’ con l’inflazione che “si sta progressivamente riportando in prossimita’ dell’obiettivo del 2%”, il nostro Paese “dovra’ prepararsi ad affrontare la nuova situazione che si profila, non potendo piu’ contare sul puntello esterno della leva monetaria”, proprio perche’ la politica messa in campo dalla Bce “non puo’ e non deve svolgere un ruolo improprio di supplenza”. Quindi e’ compito del governo proseguire la strada delle riforme: per Vegas e’ “prioritario” completare quelle “annunciate e quelle gia’ intraprese”, in modo da “generare un ambiente favorevole agli investimenti e allo sviluppo delle imprese (anche medio-piccole)”, cosi’ come e’ necessario “avviare lo svecchiamento delle infrastrutture” e “un processo di liberalizzazione, che riconsideri il perimetro dell’intervento pubblico nell’economia”, senza dimenticare “l’imprescindibile controllo del territorio da parte dello Stato in tutte le aree della Penisola”, un “presupposto per la sicurezza degli investimenti e la liberta’ d’impresa”.

L’Italia, ha inoltre messo in guardia il presidente della Consob (foto), deve stare attenta alla facile retorica sull’abbandono dell’Euro come strumento per sconfiggere “i mali che affliggono l’economia nazionale”: quello che lui ha definito l’Italexit, “sarebbe uno shock per l’intera Eurozona, ne metterebbe a rischio la sopravvivenza”, mentre nel nostro Paese si “metterebbe a repentaglio la stabilita’, il buon funzionamento del sistema finanziario e la salvaguardia del mercato”, tanto che il “solo annuncio di un ritorno a una valuta nazionale provocherebbe, da parte degli investitori internazionali, un immediato deflusso di capitali, tale da mettere gravemente a repentaglio la capacita’ dell’Italia di rifinanziare il terzo debito pubblico del mondo”. All’Europa e’ stato invece chiesto ufficialmente di rivedere il bail-in, la normativa europea che disciplina gli interventi in caso di salvataggio degli istituti di credito in difficolta’. Per Vegas, infatti, “il primo e provvisorio bilancio del bail-in non puo’ dirsi positivo”, tanto che “le stesse regole che l’Europa si e’ data per assicurare stabilita’ si sono rivelate in questo caso un fattore di instabilita’. Alla prova dei fatti, l’idea di circoscrivere ai soli investitori di una banca i costi del salvataggio si sta mostrando illusoria”. Il bail-in ha introdotto “elementi fortemente distorsivi”, in particolare, “si e’ rivelata infelice e poco ponderata la scelta di adottare la nuova disciplina con effetto retroattivo”.

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Per questo, sarebbe auspicabile che il bail-in “vada corretto quanto prima”, anche perche’ “si e’ rivelato uno shock normativo che ha contribuito a minare la fiducia nel sistema bancario”. Sempre a proposito delle banche, Vegas le ha invitate ad avere ‘pazienza’ ed essere prudenti nel loro percorso di cessione dei crediti in sofferenza (npl), anche se “le autorita’ europee premono per trovare una rapida soluzione, ma la fretta potrebbe rivelarsi una cattiva consigliera”. Le banche italiane – ha sostenuto Vegas – “hanno la capacita’ e le risorse umane per gestire al proprio interno questo processo, senza ricorrere a soluzioni che andrebbero ad esternalizzare il lucro a beneficio di altri”. L’impatto degli npl sui bilanci delle banche, ha aggiunto, “si riduce quanto piu’ si allunga l’orizzonte temporale della loro gestione”, mentre “per gli investitori specializzati l’operazione presenta margini di redditivita’ che salgono se aumenta la pressione a vendere: quanto piu’ il valore degli npl viene abbattuto, scavando voragini nei bilanci, da riempire con risorse aggiuntive sottratte al credito, tanto piu’ aumenta il profitto di chi acquista a prezzi stracciati per poi rivendere con plusvalenze. Il mercato internazionale segue la partita con attenzione fiutando il grande affare”. Sempre guardando agli interessi italiani, in questo caso delle sue aziende, dalla Consob e’ arrivato l’appoggio alle ipotesi di modifica della disciplina sull’Opa, che “ha evidenziato problemi di asimmetria e mancanza di reciprocita’”, per questo “occorre uniformare le normative nazionali, rimuovendo le divergenze che penalizzano le giurisdizioni piu’ aperte alla circolazione di capitali”, e in particolare, sembra quasi riferirsi alla vicenda Mediaset-Vivendi, “resta da definire, possibilmente su basi comuni, la questione della tutela delle imprese considerate di interesse strategico nazionale”.

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