Vendola ‘archivia’ l’esperienza Sel e riparte da SI. Ma fra i suoi c’è chi guarda al Pd
MOSSE SINISTRE Cantieri aperti per “nuovo soggetto politico” che celebrerà il suo congresso a fine febbraio. “Renzismo liquidazione storia”
Con il quadro politico in confuso quanto frenetico movimento, in attesa di elezioni politiche che non si sa ancora con quale legge elettorale saranno celebrate (al più tardi nel 2018), anche le percentuali – negli ultimi anni piuttosto risicate – di quella che fu definita “sinistra radicale” potrebbero risultare decisive per la formazione di un futuro governo. Oggi Nichi Vendola ha concluso l’ultima assemblea nazionale di Sinistra ecologia e libertà, che da tempo ha dato vita ai gruppi parlamentari di Sinistra italiana con alcuni fuoriusciti dal Pd come Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre. Il comunicato finale però parla solo di “nuovo soggetto politico” che celebrerà il suo congresso fondativo a fine febbraio. Pesano le perplessità della minoranza interna, che non vede Si come un approdo credibile e punta a un legame più forte con il Partito democratico.
PISAPIA Vendola ribadisce la collocazione dei suoi radicalmente alternativa al renzismo, che “non è il compimento di una storia ma la completa liquidazione dei riferimenti sociali della sinistra”. La sua Sinistra italiana, comunque si chiamerà, è quindi in teoria aperta al rapporto col Pd, se il suo asse postcongressuale fosse ricollocato a sinistra. A partire, ammonisce però il suo delfino Nicola Fratoianni, da una “proposta politica radicale”. Qui l’appello di Giuliano Pisapia, lanciato con grande enfasi dalle pagine di Repubblica, a ricucire col Pd sulla base dell’esclusione dall’alleanza di Verdini e Alfano non trova spazio. “Lui – lo gela Vendola – fonda il discorso sulla sinistra che verrà come corrente esterna del Pd renziano nel momento peggiore e la fonda a partire dalla rimozione dell’esito referendario”.
SMERIGLIO Pisapia vedrà Gianni Cuperlo, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda (altro ex vendoliano) e alcuni dirigenti del Pd fra cui Andrea De Maria, componente della segreteria nazionale, a “casa” di Virginio Merola, sindaco di Bologna, lunedì. Ma l’ex sindaco di Milano ha già spiazzato, con la sua battaglia per il Sì e la sua proposta di convergenza col Pd, una parte dei suoi interlocutori naturali. “Non siamo interessati, né disponibili, a fare la sinistra del partito della nazione”, gli ha mandato a dire, all’indomani dell’intervista a Repubblica, il vice di Zingaretti alla Regione Lazio, Massimiliano Smeriglio, uno dei punti di riferimento del dissenso interno di Sel. Proprio Smeriglio, che su Facebook definisce “ridotta minoritaria” la rotta presa da Fratoianni e soci, sarà domani protagonista di una assemblea a Roma (alla quale originariamente era invitato anche Pisapia, che forse sarà presente con un messaggio) proprio per consolidare la linea “né con Renzi né contro il Pd”, finora minoritaria dentro Sel e quindi Si.
MANIFESTAZIONI Smeriglio sarà anche a Bologna lunedì, per proporre una correzione di linea del Pd come condizione per un’alleanza rinnovata: la “frattura generazionale – ha sostenuto – si può ricucire facendo alcune semplici cose radicali: cambiare la buona scuola, modificare il Jobs act, abolire i voucher”. Non è finita: a Bologna si riuniscono, domani, altri pezzi di sinistra, all’assemblea “Costruire l’alternativa”, incontro nazionale di amministratori locali e realtà di base. Con, fra gli altri, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, Fratoianni di Sel, la civatiana Elly Schlein. Mentre a Roma, sempre domani, c’è “Ricominciamo da No(i)”: alla sinistra politica, tradizionalmente, non dispiacciono i titoli arzigogolati. L`appello vede tra i primi firmatari Giorgio Airaudo, Fabio Alberti, Maria Luisa Boccia, Stefano Fassina, Adriano Labbucci, Giulio Marcon, Sandro Medici, è una iniziativa che intende provare a capitalizzare il dividendo referendario per farne una base di partenza per un percorso unitario a sinistra. Il quarto-quinto, solo contando quelli elencati in questa modesta cronaca.