di Giuseppe Novelli
Sel sempre più lontana da Renzi. E per continuare su questa strada Sinistra Ecologia e Libertà deve imparare a crescere, a camminare da sola ricostruendo una identità di sinistra, vera, senza lasciarsi condizionare dal Pd e stando attenta a un certo tipo di populismo, come quello trasformista di Matteo Salvini. Questa la tesi del leader di Sel Nicki Vendola che nel primo pomeriggio ha concluso i lavori di Human Factor, iniziativa cui hanno aderito esponenti del partito provenienti da tutta Italia. “Sel deve abbandonare la sua infanzia, deve sapersi guardare allo specchio senza essere narcisista ma per trovare i suoi difetti. Meglio questo che la boria di partito” è l’incipit del messaggio di Vendola ai suoi e, forse, anche a Landini che proprio sul fronte della sinistra potrebbe rubargli la scena.
Il ruolo essenziale che Vendola attribuisce alla sua formazione politica è quello di rappresentare la vera sinistra restando fedele alla sua identità che non è statica perché “l’identità della sinistra è nell’individuare i luoghi del cambiamento”. Una volontà che vuol dire anche “camminare al fianco e non davanti ad alcune realtà, ad alcune associazioni” e, parallelamente, prendere le distanze da un Pd “geneticamente modificato, con un’agenda politica berlusconiana, solo con più entusiasmo di Berlusconi”. Uno scenario di fronte al quale Vendola vede come “nostro problema la ricostruzione della sinistra” in una prospettiva che liberi Sel da un’alleanza con il Pd data per scontata. Il segretario mette in guardia anche da un altro rischio: “C’è una trasformazione del ceto politico in atto. Quanto accade a Matteo Salvini è un fenomeno interessante da analizzare. Lui si è nazionalizzato creando un mix di populismo e trasformismo. C’è un pericolo in questo intreccio. Sia chiaro, noi non saremo mai alleati di chi fa populismo. Nel populismo c’è sempre un pezzo di avvelenamento per le sinistre”.