Venezia 75, Luca Guadagnino: “Suspiria un film su donne potenti”

2 settembre 2018

È un film che il regista Luca Guadagnino ha sempre desiderato fare: la somma degli inconsci collettivi di tanti film-maker. “Suspiria”, remake del film diretto da Dario Argento nel 1977, è il primo film italiano in concorso alla 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Diretto da Guadagnino, nel cast, tutto internazionale, l’attrice Tilda Swinton insieme a Dakota Johnson, Mia Goth, Chloe Grace Moretz.

“Suspiria” è un film che ho desiderato fare da sempre. Sono megalomane. Come mi ha detto Tilda: se non prendi dei rischi perché farle le cose?”, afferma Guadagnino. “Mi piace pensare che il nostro film è la somma di tutti i nostri inconsci collettivi di film-maker”. Nel 1977 la ballerina americana Susie Bannion si trasferisce a Berlino per far parte della prestigiosa compagnia di ballo Markos Tanz Company. Susie si perfeziona sotto la guida di Madame Blanc e stringe amicizia con Sara, con la quale condivide sospetti sulla direttrice e sull’intero istituto, dopo una serie di efferati omicidi. Una sorta di allegoria del metoo?

“Il cinema batte il tempo ma penso non possa segnare l’attualità. Abbiamo cominciato a concepire questo film diversi anni fa, l’abbiamo girato nel 2016, e poi eravamo nel mezzo della produzione quando lo scandalo Weinstein è venuto fuori negli Usa. Mi piace pensare che questo film parli di donne potenti, non vittime, e che tutto il mio cinema è sempre passato attraverso la complicità, l’esplorazione, il piacere di indagare il femminile”. 

Guadagnino quest’anno aveva raccolto un grande successo internazionale con il film “Chiamami col tuo nome”, che ha vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale. La musica nei suoi film ha sempre un ruolo di primo piano, per Suspiria ha collaborato con il leader dei Radiohead: “L’idea di lavorare con Thom Yorke è stata una urgenza molto forte che ho avuto. Pensavo che questo film dovesse parlare alla mia generazione. Se penso a chi ha dato voce ‘musicale’ alla mia generazione sono i Radiohead. Allora ci ho provato. Dopo un po’ di insistenza sono riuscito a convincere Tom.All’inizio titubava perché temeva fosse la musica dell’orrore. Invece io ho detto che volevo musica che entrasse dentro al pubblico e fosse degli anni ’70”.

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