Venezia, professoressa licenziata per frasi razziste su migranti: “Morissero tutti”

Fiorenza Pontini ha inoltrato ricorso al Tar. I motivi del ‘ben servito’ riguardano l’incompatibilità tra il ruolo di educatrice e le gravi affermazioni

Insegnare ai ragazzi a scuola e professare pubblicamente (su Facebook) il proprio odio per i migranti sono due cose che non possono stare insieme. “Almeno morissero tutti..” aveva scritto la professoressa Fiorenza Pontini, insegnare d’inglese al liceo ‘Marco Polo’ di Venezia. Questo le è costato il posto di lavoro. E’ stata licenziata dall’Ufficio scolastico regionale del Veneto, ancor prima di Natale. Addio alla cattedra, a meno che non sia accolto il ricorso che i suoi avvocati hanno presentato al Tar. I motivi del ‘ben servito’ riguardano l’incompatibilità tra il ruolo di educatrice e la gravità delle frasi razziste espresse, e il danno causato con questo comportamento al prestigio dell’istituzione scolastica.

La vicenda era deflagrata nell’ottobre scorso, ma la miccia s’era innescata in estate, quando Pontini, 59 anni, sposata, due figli, una lunga carriera d’insegnamento alle spalle, s’era lasciata andare a post feroci e xenofobi su Facebook contro i migranti dei barconi che arrivavano sulle coste siciliane. “Bruciateli vivi”, o anche “ammazzateli tutti”; poi un corollario di frasi violente contro tutto e tutti – i migranti, i loro figli, i musulmani, il premier Renzi, la presidente della Camera Boldrini -. A scoprire quelle frasi imbarazzanti sul profilo social della nuova professoressa d’inglese erano stati gli studenti del liceo ‘Marco Polo’, dove Pontini era giunta per il nuovo incarico a settembre. Da li’ alla segnalazione della preside all’Ufficio scolastico il passo è stato breve. Così pochi giorni dopo il Miur aveva reso noto che l’insegnate ‘razzista’ era già al centro di due procedimenti disciplinari avviati dall’Ufficio Scolastico regionale. La vicenda di Fiorenza Pontini aveva suscitato proteste e polemiche a livello nazionale. Su quelle frasi pesanti aveva aperto un fascicolo, nell’ipotesi di istigazione all’odio razziale, la Procura di Venezia. Dal mondo politico, in modo trasversale, era partita la richiesta della linea dura nei confronti della prof veneziana. L’epilogo prima della fine del 2016, con il licenziamento dell’insegnante. Che però non vuole arrendersi, e ha presentato ricorso al Tar. La a prima udienza, con l’Ufficio Scolastico costituito in giudizio per difendere il proprio operato, dovrebbe tenersi il 25 gennaio.