Il leader dell’opposizione venezuelana e autoproclamato presidente ad interim Juan Guaidò è rientrato a Caracas, dopo aver lanciato un appello ai suoi sostenitori perché si mobilitino in tutto il Paese. “Siamo nella nostra amata patria, abbiamo superato i controlli dell’immigrazione e ci mobiliteremo dove è il nostro popolo”, ha scritto Guaidò sul suo account di Twitter. Guaidò, reduce da un giro di visite in vari Paesi della regione – dove è stato ricevuto con gli onori di un capo di Stato – ha di fatto ignorato il divieto di espatrio disposto nei suoi confronti dal governo di Nicolas Maduro: l’Amministrazione Trump ha avvertito che qualsiasi “minaccia o azione contro il suo ritorno in sicurezza” provocherebbe una “risposta forte e significativa” da parte di Washington.
“La nostra missione è di insistere, di persistere fino ad arrivare alla meta e di resistere agli ultimi sussulti di coloro che sanno già di essere sulla via dell’estinzione”, aveva scritto in mattinata Guaidò – che almeno in teoria gode dell’immunità parlamentare – sul suo account di Twitter. “Ogni tentativo di sequestro sarebbe senza dubbio uno degli ultimi errori” commessi dal governo di Maduro, aveva avvertito ieri Guaidò: “Domani ritroveremo il nostro Paese, riprenderemo le nostre funzioni: certo esiste un margine di rischio, ma non si tratta di nulla di nuovo”.
Migliaia di persone si sono radunate nelle strade di Caracas e di altre citta’ venezuelane per manifestazioni anti-governative cosi’ come aveva chiesto il leader dell’opposizione, Juan Guaido’, tornato in patria dopo un tour di 10 giorni dei Paesi latinoamericani. L’autoproclamato presidente ad interim, insieme alla moglie, e’ stato accolto allo scalo della capitale da una moltitudine di persone oltreche’ da rappresentanti della comunita’ internazionale. Guaido’ rischia l’arresto per aver aggirato il divieto di uscire dal territorio nazionale, che gli era stato imposto dalla giustizia fedele al presidente Nicolas Maduro. In un video condiviso sui social ha avvertito che se il governo “prova a sequestrarci, sara’ l’ultimo errore che fara’”; e ha fatto anche sapere di aver lasciato, in caso di arresto, “chiare istruzioni ai nostri alleati internazionali e ai fratelli in Parlamento”.
Dunque, Guaido’ è rientrato a Caracas ed è subito all’opera. Il leader dell’opposizione venezuelana, ha indetto per sabato una nuova manifestazione anti-governativa per mettere sotto pressione il presidente Nicolas Maduro. Parlando ai suoi sostenitori, dopo essere rientrato in patria sfidando la minaccia di arresto, l’autoproclamato presidente ad interim ha esortato a continuare a protestare. “Sabato continueremo, tutto il Venezuela tornera’ nelle strade. Non ci riposeremo un secondo fino al raggiungimento della liberta’”, ha dichiarato davanti a migliaia di persone a Caracas.
Ma Guaido’ continua a rimanere nel mirino di Maduro. Il governo venezuelano sta “analizzando il comportamento” dell’autoproclamato presidente ad interim che ha assunto i poteri dell’esecutivo, per prendere le “misure adeguate” per il suo caso, ha detto la vicepresidente Delcy Rodriguez, in una intervista con Russia Today. “Il suo comportamento, le sue attivita’, sono analizzati con cura dalle istituzioni dello Stato e si prenderanno le misure adeguate”, ha detto Rodriguez, secondo la quale Guaido’ e’ “una persona che si e’ autoproclamata presidente in una piazza pubblica, il che sembra veramente stravagante in Venezuela” e “ora sembra che vada avanti con la sua stravaganza, mettendo in ridicolo qualche altro paese, i cui governi sono meri satelliti degli Stati Uniti”. “In quanto venezuelana, non posso non sentire vergogna per una persona che non si limita a rendersi ridicolo nel suo Paese, ma anzi ora si dedica al ridicolo internazionale”, ha commentato la vice di Nicolas Maduro.