Forte della partecipazione di 7,2 milioni di venezuelani alla consultazione simbolica organizzata contro il presidente Nicolas Maduro e il suo progetto di Assemblea costituente, l’opposizione in Venezuela è impegnata nel tentativo di mettere a punto una strategia per fermare il progetto del capo dello Stato di modificare la Costituzione. “Il mondo e il palazzo presidenziale di Miraflores devono ascoltare la crisi di tutto il Paese. Ora dobbiamo mettere in pratica il mandato ricevuto”, ha dichiarato alla radio Julio Borges, il presidente del Parlamento controllato dagli antichavisti. Dopo più di tre mesi di manifestazioni violente che hanno provocato 96 morti, la coalizione promotrice del voto, il Tavolo dell’Unità Democratica (MUD), spera di poter ottenere elezioni anticipate prima della fine del mandato di Maduro, nel dicembre 2018. E se l’Assemblea costituente, i cui 545 membri sono da eleggere il 30 luglio, si propone ufficialmente di portare la pace e la stabilità economica nel Paese, l’opposizione ritiene che servirà solo ad aggirare l’Assemblea Nazionale, dove detiene la maggioranza dal 2016 dopo 17 anni di governo Chávez. Più di 7 milioni di venezuelani su oltre 19 milioni di aventi diritto al voto hanno partecipato al referendum indetto senza l’approvazione delle autorità e giuridicamente non vincolante, secondo il 95% delle schede scrutinate. Borges ha spiegato che alla fine dello spoglio, il tasso d’affluenza potrebbe salire a 7,5 milioni, un numero matematicamente sufficiente per revocare il mandato di Maduro in caso di referendum ufficiale.
Sulla base dei risultati ottenuti finora, il 98,3% dei votanti ha risposto “sì” alle tre domande poste: rifiuto della Costituente, obbligo per le Forze Armate di rispettare la Costituzione attuale e sostegno alle elezioni in vista di un governo di “unità nazionale”. Intanto, davanti a uno dei 2mila seggi elettorali aperti per la consultazione informale, una donna è stata uccisa e altre tre persone sono state ferite dagli spari di uomini armati a bordo di una moto. L’attacco è avvenuto a Catia, sobborgo popolare ad ovest della capitale Caracas. Secondo l’opposizione è stato condotto da gruppi paramilitari vicini al presidente Maduro. “Si percepisce una richiesta persistente nel tempo di un cambiamento politico”, ha commentato all’Afp il politologo John Magdaleno. “L’opposizione deve avere una tabella di marcia, dopo aver suscitato tanta speranza. In caso contrario, la sua legittimità può accusare un colpo, le persone si aspettano un’azione decisa”, ha detto da parte sua Felix Seijas, direttore dell’Istituto di sondaggi Delphos. Dal punto di vista del governo, d’altra parte, la consultazione è considerata “illegale”. Sollecitando una “opportunità” per il suo progetto, Maduro ha chiesto ieri ai suoi avversari di “non perdere la testa” con i risultati della consultazione e di “sedersi a discutere”. Il governo ha invitato i cittadini a informarsi sulle elezioni del 30 luglio e a testare le macchine che verranno utilizzate per votare. Il presidente può contare sul sostegno di autorità giudiziarie, elettorali (ad eccezione del procuratore generale, minacciato di licenziamento) e dell’esercito. La sfida dell’opposizione è invece di utilizzare i risultati dello scrutinio informale per “dividere il fronte avversario, in modo da fare pressione in favore di un negoziato che potrebbe sfociare in un’opportunità di una soluzione pacifica di cambiamento”, ha commentato Luis Vicente Leon, presidente dell’istituto di sondaggi Datanalisis. Secondo lo stesso istituo, il 70% dei venezuelani è contrario al progetto di Costituente voluto da Maduro.