Mentre sul Mar Cinese Meridionale gli aerei cinesi e statunitensi si osservano a distanza, c’è un altro fronte sul quale Washington e Pechino rischiano di lambire quel confine sottile tra la sorveglianza e il vero e proprio conflitto: quello della cybersicurezza. In un commento pubblicato dal Global Times, il sito internet del Partito comunista cinese, Pechino ha minacciato apertamente Washington di reagire se l’America dovesse prendere iniziative come rivelato alcuni giorni fa dal New York Times. Il Nyt ha scritto il primo agosto che l’amministrazione Obama intende reagire al furto di dati personali di oltre 20 milioni di americani dai database dell’ufficio per il management del personale, che viene attribuito agli hacker cinesi, anche se non esplicitamente. In una serie di riunioni classificate – ha spiegato il quotidiano – funzionari dell’amministrazione si sono confrontati sulle possibili reazioni: proteste diplomatiche, espulsione di agenti cinesi dagli Usa, altre azioni incisive contro esponenti cinesi. E, nello stesso tempo, hanno cercato di capire se la reazione, anche proporzionata, non rischi di essere foriera di ulteriori danni.
La risposta è arrivata, appunto, dal Global Times, che è una voce ufficiale di Pechino. Secondo la Cina, “Washington non ha offerto alcuna solida prova per dimostrare le sue accuse contro la Cina”. In particolare, l’articolo punta il dito contro ogni tentativo d’individuare le crepe nel “Grande Firewall”, il sistema di gestione della sicurezza cinese su internet. “Se le cyberforze Usa lanciano impudenti attacchi contro di questo, le conseguenze saranno serie. Diversamente da vili attacchi di hacker, questo tuipo di attacchi sarebbero considerati come un’invasione Usa della Cina”, scrive Pechino. E, a rincarare la dose: “Se le cyberforze Usa faranno il primo passo, la loro controparte cinese non resterà senza far nulla. Ci sarà un cyberconflitto senza esclusione di colpi”. In realtà, gli Usa sono ancora molto indecisi su quale azione assumere, pur essendo convinti che qualcosa bisognerà fare per mettere un paletto rispetto ai presunti attacchi cinesi. L’iniziativa americana non è stata ancora oggetto di alcun annuncio e lo stesso Obama ha ordinato – secondo il Nyt – di evitare di associare esplicitamente l’hackeraggio alla Cina.