Economia

Venti minuti, cinque miliardi: salvate banche venete. Cdm vara decreto

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto per il salvataggio delle banche venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, nell’ambito della cornice normativa della liquidazione coatta amministrativa, che crea le condizioni per il passaggio della parte sana delle due banche a Intesa San Paolo. La riunione a Palazzo Chigi è durata 20 minuti: iniziata alle 16.04, si è conclusa alle 16,23. “Il governo ha approvato il dl che consente il salvataggio delle due banche venete e consentirà di rassicurare e stabilizzare la situazione” ha detto il presidente del Consiglio. La crisi, ha spiegato Paolo Gentiloni, è frutto di “comportamenti e distorsioni del sistema ben note”, e ha “raggiunto livelli per i quali si è reso necessario l’intervento di salvataggio, per evitare i rischi evidenti a tutti di un fallimento disordinato”. Sulle banche venete è stata adottata una “soluzione importante, molto urgente e necessaria”. “Ora confido che in Parlamento avrà il sostegno più ampio possibile”. Il decreto per il salvataggio delle due banche venete, secondo il premer, va “a favore di correntisti e risparmiatori, a favore di chi ci lavora e a favore dell’economia del territorio, uno dei più importanti per il sistema paese. Un’economia che, soprattutto per le piccole e medie imprese, ha in queste banche storicamente un riferimento di grande rilievo”. 

In altri termini, si i tratta di un provvedimento, “più in generale, a favore della buona salute del nostro sistema bancario, della sua efficienza. Un sistema – ha aggiunto Gentiloni – di cui gruppo Intesa San Paolo, che acquisisce le banche, è un asset tra quelli di maggior valore”. Il ministro dell’Economia, innanzitutto ha evidenziato che “l’unica alternativa era la liquidazione disordinata o il cosiddetto spezzatino che avrebbe completamente distrutto la capacita’ operativa delle due banche”. Dopodiché ha spiegato, invece, che le risorse mobilizzate dallo Stato a favore dell’operazione di salvataggio delle banche venete hanno un valore “fino a un massimo di 17 miliardi”. Ma “l’esborso effettivo dello Stato – ha precisato Pier Carlo Padoan (foto)- sara’ di circa 5 miliardi: cifre che non impattano sull’ indebitamento”. “Non c’e’ un problema di flussi di finanza pubblica – ha aggiunto – si tratta di risorse gia’ legislate legate al provvedimento di dicembre per le ricapitalizzazioni precauzionali per cui l’impatto sulla finanza pubblica non c’e’, si usano risorse gia’ disponibili”.  In merito ai risparmiatori retail e gli obbligazionisti senior delle banche venete “saranno rimborsati al 100%”, ha assicurato Padoan. “Verranno ristorati al 100% tra risorse messe a disposizione dal pubblico e risorse aggiuntive messe a disposizione da Banca Intesa”, ha spiegato Padoan. Inoltre, le due banche venete “continuano a operare di fatto come componenti del gruppo Banca Intesa: non c’e’ nessuna interruzione, a partire da domani, dell’attivita’ normale di sportello”.

SINDACATI “Prendiamo atto con favore delle decisioni assunte oggi dal Governo Gentiloni, con il decreto legge per il salvataggio di Veneto Banca e Popolare Vicenza”, dice la Uilca, commentando il decreto sulle banche venete del Governo. In particolare i sindacati, riferisce il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, chiedono alla dirigenza di Intesa di “iniziare da subito un serrato confronto sindacale a tutto campo. Crediamo che la trattativa non sara’ ne’ breve ne’ facile, perche’ il numero degli esuberi e la complessita’ dell’operazione comportera’ grande attenzione da parte del sindacato e grande sostegno da parte delle lavoratrici e dei lavoratori delle tre banche coinvolte. Resta inteso comunque che tutti gli esodi dovranno essere esclusivamente volontari”. “La Uilca si impegna a tenere costantemente informati i colleghi dell’iter delle trattative – rimarca Masi -. Contiamo sulla buona pratica, gia’ consolidata nel tempo, delle positive relazioni industriali con Intesa Sanpaolo, chiediamo vengano confermate ed anzi ampliate, anche su tematiche da sempre appannaggio esclusivo delle aziende, mi riferisco ai costi e ricavi aziendali dell’operazione e sul futuro della nuova Banca che si andra’ a costituire, coinvolgendoci sul piano di rilancio e chiusura delle filiali”. “Resta primario, oltra alla salvaguardia dell’occupazione, anche la tutela dell’economia veneta – aggiunge Masi -. Si dovra’ scongiurare la ‘desertificazione’ bancaria sul territorio, perche’ il sistema di Pmi del Veneto e i risparmiatori hanno necessita’ di un credito tagliato su misura. Si dovra’ evitare una crisi sistemica che avrebbe ripercussioni immediate e pericolose sull’economia reale di tutto il Paese, dunque sulle imprese e anche sulle famiglie”.

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